La riforma della Giustizia di Marta Cartabia viene bocciata senza appello dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. Non usa mezze parole il magistrato per definire l’accordo trovato dal governo Draghi sul provvedimento. “Il sistema – spiega Gratteri al Fatto Quotidiano – non solo è destinato ad andare in tilt, ma in questo modo non viene assicurata alcuna “giustizia”. Stabilire che la prescrizione si interrompe dopo la sentenza di primo grado, ma al contempo imporre termini “tagliola” per il processo di appello e per quello successivo di Cassazione, senza intervenire sui sistemi di ammissibilità degli appelli o dei ricorsi per Cassazione, significa solo preoccuparsi di “smaltire carte”, non di assicurare una decisione giusta”.
Secondo lo stesso Gratteri “da una parte si gettano al macero migliaia di processi, e dall’altra si accentua la tendenza a trasformare le corti in ‘sentenzifici’, che badano solo ai numeri, con buona pace della qualità delle decisioni”. Fare giustizia “con questa riforma diventa un’utopia” incalza ancora Gratteri, che ribadisce: “noi magistrati dobbiamo fare giustizia, non smaltire carte: noi abbiamo a che fare con la vita delle persone”.
“Questa “tagliola” – prosegue Gratteri al Fatto – colpirà anche processi delicatissimi, come omicidi colposi e violenze sessuali. È uno schiaffo alle vittime. Così delinquere conviene di più. Perché nessuno pensa alla mortificazione di chi non solo viene umiliato da soprusi e angherie, ma poi viene anche praticamente abbandonato dallo Stato? È come pensare di risolvere il dramma delle liste d’attesa nelle Asl col bollino di scadenza: vai all’ospedale, prenoti una visita o un intervento chirurgico, aspetti pazientemente il tuo turno e poi, quando finalmente arriva, se non c’è posto o è passato troppo tempo, perdi ogni diritto: niente visita e niente intervento, anche se sei malato grave ti rimandano a casa. Ma davvero è questa la giustizia che gli italiani si meritano?”.