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mercoledì, 11 Dicembre, 2024
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“Ho investito qualcosa, ma non so bene cosa” – altre due donne uccise da un guidatore ubriaco

Ancora sangue sulla strada. Come nella notte di corso Francia a Roma, anche in quest’ alba terribile nell’ entroterra di Senigallia l’ autista si è fermato (dopo un po’); e anche stavolta aveva un tasso alcolemico «quadruplo rispetto al limite ». Quasi due grammi di alcol ogni litro di sangue, una bomba innescata al volante di una Fiat Punto.
Elisa e Sonia sono uscite dal Megà di Senigallia, sulla statale tra Bettolelle e Casine, a 15 chilometri dalla Lanterna Azzurra di Corinaldo. C’ era la “Mega festa latina”, sono state a ballare salsa, bachata e kizomba e ora, come Gaia e Camilla dopo la serata a Ponte Milvio, stanno facendo qualcosa di terribilmente imprudente: camminano sul ciglio della provinciale 360 col lumino del cellulare. Stanno andando a recuperare l’ auto posteggiata lontano perché il parcheggio della discoteca era colmo; e chissà perché si autorizzano tanti ingressi se non ci sono abbastanza parcheggi, ma vabbè, è notte fonda e si va a dormire un po’ che tanto è festa.
Trecentocinquanta metri di rettilineo, resta l’ ultima curva poi ecco la stradina dove hanno lasciato l’ auto. Alle loro spalle arriva la Punto di Massimo Renelli, autotrasportatore 47enne. Forse anche lui è andato al Megà, certo ha bevuto molto. «In quel punto, nella semicurva, la strada provinciale si restringe con i guardrail », spiega il comandate della stradale di Ancona, Francesco Cipriano. Elisa e Sonia sono in trappola. Non hanno scampo, l’ auto le centra in pieno e le fa volare oltre il guardrail per decine di metri, lanciandole nei campi. «Viaggiava a velocità sostenuta – dice Cipriano – lo deduciamo dai danni importanti rilevati sull’ auto nella parte anteriore destra, dal parabrezza completamente sfondato e dalla distanza in cui ha scagliato le due donne». C’ è il limite dei 70 all’ ora, saranno perizie complesse a stabilire se lo superasse.

Lui va avanti per un paio di chilometri, poi finalmente si ferma e chiede aiuto col telefonino: «Ho investito qualcosa, ma non so bene cosa», dice. Ha investito Elisa Rondina, maestra 43enne alla elementare di Tavernelle, una frazione di Colli al Metauro. Ha investito Sonia Farris, parrucchiera 34enne titolare del negozio di Saltara, nel comune di Calcinelli. Erano amiche e vicine di casa.

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Era così ubriaco che non se n’ è accorto? «Era alterato, aveva alito vinoso e anche quando ha capito la gravità di quello che era successo ha dimostrato scarsa lucidità», spiega il comandante della Polstrada.
I soccorritori hanno provato a lungo a salvarle, Elisa e Sonia. Inutilmente. Ora è il momento del dolore, poi resterà l’ indagine su un’ alba di tragedia che ha distrutto tre famiglie. Massimo, separato e con due figli adolescenti, è stato arrestato e gli verrà contestato l’ omicidio stradale. L’ indagine tossicologica oggi verificherà se avesse assunto anche altro.
La sua posizione è gravissima, ma anche questa volta – come nell’ omicidio stradale di corso Francia – l’ imprudenza delle due vittime ha avuto una parte: «Percorrere a piedi una strada extraurbana nel buio completo è pericoloso, e contravvenendo al codice della strada camminavano nella stessa direzione di marcia», spiega il comandante Cipriano. Articolo 190: «Fuori dei centri abitati i pedoni hanno l’ obbligo di circolare in senso opposto a quello di marcia », per vedere e farsi vedere. Chi contravviene rischia una piccola multa, e la vita.
“la Repubblica”

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