Intermediari, faccendieri, broker ma anche semplici millantatori. Una galassia di personaggi dai contorni ancora poco chiari che, quasi contemporaneamente, ha avvicinato amministratori regionali per proporre loro, a prezzo maggiorato rispetto a quanto stabilito dalla Ue, partite di vaccini anti Covid in quello che appare come un vero e proprio mercato parallelo del siero. Su questa nebulosa hanno acceso i fari almeno tre Procure.
Perugia, Roma e Milano hanno avviato tre procedimenti per cercare di delineare il contesto di queste iniziative e soprattutto verificare se esista una sorta di sistema illecito messo in atto per tentare di frodare le amministrazioni locali e la struttura commissariale. I magistrati di piazzale Clodio al momento procedono per il reato di ricettazione (stesso reato dell’indagine aperta a Milano) nel procedimento avviato dopo un esposto presentato nelle scorse settimane dal commissario Domenico Arcuri. L’indagine, che potrebbe portare presto ad iscrizioni nel registro degli indagati, punta ad accertare l’identitĆ di almeno tre soggetti che alla metĆ del mese di febbraio hanno inviato mail al commissario dando la disponibilitĆ a fornire stock di siero, milioni di dosi, spacciandosi per intermediari delle aziende farmaceutiche coinvolte nella produzione del vaccino. Proposte, dai contorni vaghi, arrivate quasi in contemporanea nella casella di posta elettronica della struttura commissariale. Proprio oggi l’assessore alla SanitĆ del Lazio, Alessio D’Amato ha annunciato una riduzione di 9 mila dosi del vaccino Astrazeneca per le prossime consegne. “Mi domando – ha affermato D’Amato – come si possano conciliare le presunte offerte di mediatori proposte ad alcune regioni su mercati paralleli per il vaccino Astrazeneca con l’acclarata riduzione?” Oltre al profilo penale per il quale si sta procedendo i magistrati capitolini, che hanno affidato le indagini ai carabinieri del Nas, potrebbero ipotizzare altre accuse come la tentata truffa. Lo stesso reato per il quale sono a lavoro i magistrati di Perugia dopo la comunicazione ricevuta dall’assessorato regionale dell’Umbria. Nel procedimento risulta indagato un commercialista messinese di 50 anni. L’uomo, accusato anche di sostituzione di persona e il 6 febbraio scorso raggiunto anche da una perquisizione, si sarebbe spacciato come intermediario di una societĆ farmaceutica. Un modus operandi che il professionista avrebbe messo in atto anche con altre amministrazioni locali, ma su questo punto risposte potrebbero arrivare dai documenti acquisiti ieri dai carabinieri presso l’assessorato alla sanitĆ del Veneto, presso la stessa struttura commissariale e all’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco.
Le partite di farmaci che alcuni intermediari avrebbero sottoposto ai loro interlocutori istituzionali, che poi hanno segnalato il caso alla magistratura, sarebbero state recuperate su mercati extra Ue, sedicenti eccedenze di sieri di paesi che li avrebbero messi a disposizioni degli intermediari. E su questo si starebbe appuntando l’attenzione dei magistrati. Infine la Procura di Pescara ha avviato un fascicolo per omissione di atti d’ufficio in relazione alla crescita dei contagi registrati nelle ultime settimane nel capoluogo adriatico e nell’area metropolitana. Il Nas si ĆØ recato in Regione, a Pescara e all’Aquila, alla Asl e in ospedale, per eseguire un decreto di esibizione emesso a firma dei pm Sciarretta e Benigni, titolari del procedimento. Gli inquirenti hanno acquisito anche i verbali delle riunioni delle unita’ di crisi, gli atti relativi all’emergenza e i dati sui contagi.
Marco Maffettone
(Ansa)
I lobbisti del vaccino: da Milano a Roma verifiche su proposte di intermediari
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