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venerdì, 22 Novembre, 2024
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Il misterioso comitato Reggio Cufa Free chiama a raccolta disinfestatori volontari

Nasce a Reggio un comitato di cittadini riuniti per far fronte a un problema… terra terra. In tutti i sensi. L’argomento è di quelli da nascondere sotto il tappeto, similitudine piuttosto pertinente visto che si parla di rifiuti e annessi, tra cui gli animaletti che l’accumulo di maleodorante immondizia porta con sé. Il video che un mese fa mostrava (non per la prima volta) la tranquilla passeggiata di un topo sul corso Garibaldi nella città dello Stretto è diventato virale. E adesso sono arrivati loro, quelli del misterioso gruppo civico di “Reggio Cufa Free”, ovvero i ghostbuster della blatta. L’esordio ieri su Facebook in una pagina che in poche ore ha accumulato like e follower. Con tanto di comunicato diffuso ai media, hanno annunciato il debutto ieri sera in piazza Italia, dove hanno organizzato la prima Schiacciata Cittadina, meeting di disinfestatori volontari, in azione per liberare le strade reggine dagli scarafaggi. L’invito alla cittadinanza era quello di “disporsi ordinatamente su file parallele, procede percorrendo in entrambe le direzioni l’intero Corso Garibaldi, in formazione compatta per provvedere con orgoglio e passo sicuro al rastrellamento di tutte le blatte che infestano il nostro amato centro storico”.

Boutade di buontemponi? L’identità dei promotori resta anonima (per motivi di sicurezza, spiegano): con spirito carbonaro gli “ideologi” del comitato si presentano con i nomi di battaglia Quini, Ronfu e Sandokane. Ma puntuale e con tanto di foto degli insetti caduti sul campo, è arrivato il resoconto della singolare battuta di caccia: “Più di cento arditi volontari reggini animati da altissimo senso civico, abnegazione et sprezzo del pericolo, sull’intero percorso pedonale del corso Garibaldi e di parte delle traverse adiacenti, hanno scovato e pedantemente (proprio nel senso di piede) abbattuti oltre 22.542 blatte germaniche. Altre 6000 circa sono sfuggite al loro destino sebbene gravemente mutilate ed hanno trovato rifugio nelle fogne cittadine”.

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Missione compiuta, dunque, e il piglio militaresco del comitato fa echeggiare qualche reminescenza storica. Ad avvalorarla è il motto del Rcf, che commenta così il successo della prima uscita ufficiale: “E’ solo l’inizio, il Reggio Cufa Free organizzerà presto nuove battute di caccia fino a che la città non sarà libera dall’ultima odiosissima larva ed alla fine sul reggino suolo che conserva la memoria dei nostri ellenici padri fondatori si leverà all’unisono il grido “EIA-EIA-SCHIACCIA-LA!” Lo sfondo satirico dell’esclamazione non sfugge ed è gustoso, così come i documenti artistici postati sulla pagina di Rcf, dove le cufe sono raffigurate in vasi magnogreci e la famosa Dama con l’ermellino tiene tra le braccia un grosso topo.

Tra il serio e il faceto, la spazzatura, i topi e le blatte sono da sempre motivo di imbarazzo per l’amministrazione Falcomatà. Che tra Waterfront e opere d’arte, mentre tenta di rilanciare l’immagine una città europea, deve fare i conti con la sua spina nel fianco – i cumuli di rifiuti, le discariche disseminate soprattutto nei quartieri cittadini e gli avvistamenti di ratti in pieno centro. E non si parla del sistema discariche – piaga comune ad altre città della Calabria – ma di coscienza civica individuale. Già durante il primo mandato, Falcomatà aveva chiamato i reggini alle loro responsabilità sdoganando la popolare definizione di lordazzi con il cultissimo video intitolato appunto “Natale coi Lordazzi” (dove si vedevano vari incivili intenti a liberarsi dei rifiuti in giro per la città), e poi stalkerizzando gli autori di porcherie con videosorveglianza e multe salatissime. Celebre era stata pure la sua denuncia all’Anas dopo aver sgamato l’azienda a liberarsi di scorie di cantiere a Mortara.

Adesso però la situazione è davvero sfuggita di mano e l’iniziativa del fantomatico gruppo Reggio Cufa Free lancia stoccate – sì con i toni dello humour, ma senza troppa diplomazia. Il manifesto del comitato è pugnace e inequivocabile: “Il nostro obiettivo è quello di annientare la popolazione di blatte germaniche che da anni si annida nei meandri del nostro sottosuolo, prolifica e si diffonde nei mesi estivi approfittando impunemente della nostra impotenza come singoli. Ma adesso, questo tempo è finito, la collettività tutta arriverà dove la pubblica amministrazione non ha voluto o potuto spingersi, scoperchieremo i tombini di queste fogne profonde e maleodoranti, sia metaforicamente che materialmente, e non daremo tregua agli scarafaggi di ogni dimensione e fattezza, fintanto che anche una sola larva sarà rimasta sul sacro terreno che fu dei nostri antenati greci”. Il tutto, sottolineano, “col precipuo e nobile scopo di sostenere gratuitamente  l’amministrazione comunale e metropolitana nell’immane sforzo di migliorare le condizioni della città e la qualità della vita di tutti noi che l’abitiamo”. Insomma, nonostante i protagonisti della storia siano scarafaggi c’è ben poco di kafkiano e molto disgusto per chi di frequente fa incontri ravvicinati sotto casa con le cufe.

Sembra che il passaparola via social abbia colpito nel segno e a breve gli sterminatori di blatte saranno di nuovo all’opera, armati di scarpe dalla suola robusta e galvanizzati dalle note furiose della Cavalcata delle Valchirie di Wagner, come accadeva nel mitico film “Apocalypse Now”. Con un rinnovato appello ai concittadini: “Adesso abbiamo bisogno del tuo cuore e delle tue scarpe per sradicare gli scarafaggi dalla nostra città”.

Isabella Marchiolo

 

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