Tra le questioni maggiormente dibattute in queste ore di emergenza coronavirus c’è anche quella di estendere a tappeto i test con tampone a tutta la popolazione.
La Regione Veneto ha annunciato che è intenzionata ad affettuare questo tipo di attività ma sono forti le resistenza del mondo scientifico.
Tra le valutazioni che maggiormente sostengono chi è del parere contrario il fatto che tracciare tutti senza una regola potrebbe disperdere energie e non servire a contare ogni infettato: si può essere negativi anche da contagiati, quando il virus è presente in maniera ancora ‘leggera’ dentro di noi. Facendo tamponi solo in presenza di sintomi la probabilità di trovare i malati è alta, se invece il tampone lo si fa a qualcuno che sta incubando (in media ci vogliono 5 giorni), potrebbe essere negativo oggi ma positivo domani. Quindi c’è il rischio di ‘mettere in libertà’ persone che invece dovrebbero stare isolate e di disperdere soldi e tempo.
Su questa linea è il ministro della salute, Roberto Speranza: “Sconsigliamo questo tipo di approccio, non è utile. Il tampone non è sufficiente, è la fotografia di un istante. L’incubazione del virus dura 14 giorni, se la persona fa il tampone in uno di questi giorni ha solo l’illusione di aver risolto il problema. La soluzione è invece l’isolamento: solo così avremo certezza che non sarà positiva, altrimenti abbiamo l’illusione della negatività del momento, ma magari potrebbe essere positiva due giorni dopo”.
Dello stesso parere Silvio Brusaferro dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità). “L’Organizzazione mondiale della sanità sconsiglia di fare tamponi a tutti, anche agli asintomatici. Siamo inseriti in un contesto internazionale e siamo in continuo contatto con gli organismi internazionali. Il fatto che alcuni paesi europei adottino oggi le misure che noi abbiamo adottato da’ la dimensione di come sia importante essere coordinati in questo senso. Quindi la posizione che posso esprimere come comitato tecnico scientifico e Iss è quella espressa a livello internazionale” che è contraria all’iniziativa.
In netta contrapposizione il pensiero del direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali, Massimo Andreoni secondo cui estendere l’esame del tampone a tutti i soggetti con sintomi respiratori potrebbe essere una misura decisiva per il rallentamento dei contagi.
“Per affrontare quella che è ormai un’epidemia incontrollata su gran parte del territorio italiano sono necessari subito tamponi a tappeto per tutti i pazienti con un’affezione delle vie respiratorie, anche senza collegamenti con le zone più a rischio o con contagiati”.
(Fonte: corriere.it/salute)