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domenica, 24 Novembre, 2024
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Il padovano don Giuseppe Alberti è il nuovo vescovo di Oppido Mamertina-Palmi

Papa Francesco ha nominato vescovo della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi (RC) mons. Giuseppe Alberti, del clero della diocesi di Padova, parroco di Santa Maria Assunta in Solesino (Padova), che prende il posto di monsignor Francesco Milito, dimissionario per limite d’età.
Alberti è nato il 17 giugno 1965 a Este, in provincia e diocesi di Padova. Dopo aver frequentato il Seminario Minore di Padova, ha concluso il ciclo di studi in Filosofia e Teologia presso il Seminario Maggiore. È stato ordinato sacerdote il 10 giugno 1990 per la diocesi di Padova. Ha ricoperto i seguenti incarichi e svolto ulteriori studi: Assistente nel Seminario Minore di Padova (1995-1998); Licenza in Teologia Pastorale presso la Facoltà Teologica del Triveneto; dal 2000, Missionario fidei donum in Ecuador per seguire il processo formativo dei seminaristi della diocesi di Tulcán nel Seminario Nuestra Señora de la Paz ed insegnare di materie filosofiche e teologiche; Rettore del Seminario Maggiore e Collaboratore Pastorale nelle Parrocchie di Tulcán; Coordinatore degli studi e membro del Collegio dei Consultori; Membro dell’organizzazione e del coordinamento della fase diocesana e nazionale del III Congresso Missionario Americano di Quito (2008); dal 2011, Moderatore dell’Unità Pastorale di Villafranca Padovana; dal 2013, Vicario Foraneo del Vicariato di Limena.

«Da parte mia c’è la disponibilità a mettermi accanto a voi come ‘discepolo’ che è chiamato a imparare, nell’ascolto condiviso che aiuta a ‘discernere insieme la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto’ (Rm 12,2), al servizio della fede di tutti, alimentando la speranza, vivendo la fraternità evangelica nella carità pastorale», scrive Alberti, nella lettera alla comunità diocesano che è stato chiamato a guidare. Rivelando che «percepisco nel mio cuore già fin d’ora un sentimento di vicinanza spirituale e di simpatia umana», il presule riconosce che «sinceramente che ho ricevuto con grande sorpresa e non poco turbamento la richiesta del Santo Padre di nominarmi pastore della Chiesa particolare che vive in Oppido Mamertina-Palmi. Lo sappiamo tutti che ciò che non si conosce è fonte d’incertezza e di timore, ma proprio in questi giorni le parole di Gesù a Pietro mi hanno rincuorato: ‘Non temere’ (Lc 5,10), come a dire: non guardare alla tua inadeguatezza ma fidati di me. E allora ‘sulla tua parola’ (Lc 5,5) ho accolto questa chiamata mettendo ancora una volta la mia vita nelle mani di Dio».
Nella missiva, il vescovo eletto afferma che «mi avvicino a voi in punta di piedi, cosciente che il Signore è arrivato nelle vostre terre prima di me e che la sua Sposa ha già molti figli nelle comunità cristiane della Diocesi. Questo mi fa sentire meno solo nel compito che mi è stato affidato e se ho accolto questa nuova chiamata è perché sono convinto che le risposte saranno il frutto di un dialogo fraterno, di una ricerca comune, e prima ancora di una fedeltà a un dono condiviso ricevuto che ci farà fare un pezzo di strada insieme. Fra Gerusalemme ed Emmaus, fra Oppido Mamertina e Palmi, il Signore camminerà con noi e noi cercheremo, insieme, di farlo con Lui».

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

Mons. Alberti esprime riconoscenza a mons. Francesco Milito, suo predecessore alla guida della diocesi, e rivolge un pensiero ai sacerdoti e ai diaconi, ai religiosi e alle religiose, ai laici. «Fin d’ora – l’esortazione del vescovo eletto – chiedo umilmente la vostra preghiera perché la mia presenza tra voi non manchi di amorevolezza e di comprensione, di luce e di sapienza, di forza d’animo e fiducia nel Signore. Sento – conclude mons. Alberti – che ho un debito grande di riconoscenza verso la Chiesa di Padova che mi ha visto nascere e crescere nella fede e che da trentatré anni sto servendo come presbitero. In questo momento il mio pensiero va ai vescovi con cui ho collaborato, al vescovo Claudio, al vescovo Antonio, ai sacerdoti e laici con cui ho condiviso tanti percorsi di crescita umana e cristiana, a collaboratori e amici che mi hanno insegnato il gusto del lavoro generoso, la fedeltà a Dio e ai fratelli, la gioia di comunicare e condividere il tesoro più prezioso della mia vita: il Signore Gesù». Sentimenti messi in evidenza nell’intervento che il vescovo eletto ha pronunciato a seguito della comunicazione della nomina in diocesi di Padova.
«Il mio cuore – ha osservato – è sulla soglia tra il “già” e il “non ancora” in questo spartiacque della mia vita: lascio una sponda con riconoscenza e un pizzico di nostalgia, ma intravvedo già l’altra nell’inedito che mi attende». E anche ai padovani ha chiesto di sostenerlo con la preghiera.

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