Non è Natale, in Calabria, se non si portano in tavola: la preparazione dei turdilli inizia in occasione dell’Immacolata e prosegue fino all’Epifania da tempo immemore. Oltre a venire scambiati tra amici e parenti, si ritiene che siano segno di positività: se li si prepara significa che tutto procede bene.
In Calabria, specie nei paesini, il mese di dicembre si inizia mettendo in “moto” la frissura, la padella nella quale verranno poi fritti non solo tali dolcetti, ma anche numerose altre pietanze natalizie.
La ricetta antica dei turdilli calabresi senza uova – che si gustano uno dopo l’altro e che, come è facile dedurre, creano dipendenza – non prevede l’aggiunta del lievito, ingrediente che spesso compare nelle versioni odierne.