Alla faccia della privacy. Il Dipartimento prevenzione dell’Asp di Reggio Calabria invita via mail i cittadini rientrati sul territorio calabrese ad effettuare il tampone Covid ma lascia visibili tutti gli indirizzi di posta elettronica delle persone a cui ha inviato la comunicazione.
Il tutto in barba alla privacy di chi ritorna in Calabria. Ma non è l’unica beffa. A chi è rientrato in Calabria atterrando all’aeroporto di Lamezia Terme si chiede di effettuare sì il tampone, se non lo si è già fatto, ma a Reggio Calabria.
Quindi se una persona, facciamo un esempio, è arrivata a Lamezia Terme (dove non ci sono controlli costanti in aeroporto), ed è diretta a Cosenza dovrà recarsi, un altro giorno, all’aeroporto di Reggio Calabria per fare un controllo Covid. E se è positivo a sua insaputa rischia di infettare tutta la Calabria.
La mail che giunge dal Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria ha in bella vista il logo della Asp e quella della Regione Calabria e arriva anche a chi è atterrato a Lamezia Terme piuttosto che a Reggio Calabria.
Oggetto della mail è “Invito ad esecuzione tampone ricerca Covid19”. Nel testo c’è scritto che «La Signoria Vostra è invitata ad eseguire le misure previste dall’Ordinanza del 12/08/2020 a firma del Ministro della Salute che obbligano a sottoporsi a tampone ricerca Covid (se non effettuato nelle 72h antecedenti all’ingresso in Italia) entro e non oltre le 48h dall’arrivo su territorio nazionale, recandosi presso l’Aeroporto dello Stretto di Reggio Calabria dalle ore 14:00 alle ore 16:00. In attesa di sottoporsi al test, la Signoria Vostra è tenuta a rispettare l’isolamento fiduciario presso la propria abitazione o dimora».
E nella barra degli indirizzi tutti i contatti mail di chi ha viaggiato in aereo…
In una mail i nomi di chi deve fare il tampone Covid
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