La Procura di Reggio Calabria, rappresentata dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Gerardo Dominijanni e dai pm Sara Amerio e Nunzio De Salvo, ha chiesto il rinvio a giudizio per gli 82 indagati dell’inchiesta “Senso Unico” che, nei mesi scorsi, ha fatto luce sul giro di patenti facili. L’indagine, condotta dalla Guardia di finanza, ha portato all’emissione di alcune misure cautelari e ha fatto emergere presunte condotte illecite da parte dei titolari di alcune autoscuole nelle province di Reggio Calabria, Pistoia e Brescia.
Ai domiciliari, infatti, era finito il titolare di un’autoscuola, Martino Infantino, ritenuto il “dominus” dell’associazione a delinquere che, tramite la commissione di una serie di reati, tra i quali truffa, corruzione e falso, avrebbe agevolato, fino a falsarne l’esito dietro cospicuo pagamento, le procedure di concessione di abilitazioni alla guida di veicoli di ogni genere, a favore di oltre 50 soggetti, tra cui molti extracomunitari indagati. Oltre ai dipendenti di alcune autoscuole coinvolte nell’inchiesta, secondo i pm, dell’organizzazione facevano parte pure un funzionario della Motorizzazione di Pistoia e due funzionari della Motorizzazione di Reggio Calabria.