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domenica, 22 Dicembre, 2024
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Inchiesta su stipendi illegittimi a veterinari: 8 indagati, sequestro da 1 milione di euro

Catanzaro – Da nove anni percepivano emolumenti aggiuntivi illegittimi, decretati dalla struttura commissariale. Con questa accusa i finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro hanno sequestrato beni per oltre un milione e indagato per abuso d’ufficio 5 dirigenti veterinari e l’ex commissario ad acta per il piano di rientro del debito sanitario della Calabria Massimo Scura, l’ex sub commissario Andrea Urbani – attuale direzione generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute – e il coordinatore della task force veterinaria Pasquale Turno. Secondo l’accusa, le indennitĆ  non erano dovute, in quanto, per norma di legge, l’incarico ricoperto non avrebbe dovuto comportare retribuzioni aggiuntive. L’operazione ĆØ stata denominata “Artemide”.
I finanzieri, in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip, hanno eseguito un sequestro preventivo per 351.093,25 euro nei confronti di Fabio Arigoni, di Roccabernarda (Crotone), dirigente veterinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone; di 273.664,18 euro a Gianluca Grandinetti (58), di Soveria Mannelli, dirigente veterinario dell’Asp di Catanzaro; di 323.649,74 euro a Maurizio Anastasio maurizio (63), di Rende (Cosenza), dirigente veterinario dell’Asp di Cosenza; di 86.247,36 euro a Achille StraticĆ² (58), di Bisignano (Cosenza), dipendente dell’Asp di Cosenza; e di 75.529,10 a Giuseppe Loprete (73), di Marina di Gioiosa Ionica (Reggio Calabria), giĆ  dipendente dell’Asp di Reggio Calabria, ora in pensione.
Si tratta di cinque dirigenti medici veterinari individuati dalla Regione Calabria per far parte della cosiddetta ā€œtask force veterinariaā€, indagati con lā€™accusa di abuso dā€™ufficio per aver indebitamente percepito, dal 2011 e fino al 2019, indennitĆ  stipendiali non dovute, in quanto per norma di legge lā€™incarico ricoperto non avrebbe dovuto comportare retribuzioni aggiuntive.
Il provvedimento giunge al termine delle indagini condotte dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro, sotto la direzione del sostituto procuratore Chiara Bonfadini, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore Nicola Gratteri.
Le investigazioni dei finanzieri hanno dimostrato che a partire dal 2011 e fino al 2019 i componenti della task force, pur essendo stati impiegati ai sensi della legge regionale 8/2003 ā€“ che prevede la possibilitĆ  di utilizzo dei dipendenti delle aziende sanitarie regionali senza oneri aggiuntivi ā€“ avevano indebitamente percepito, tre differenti emolumenti non dovuti.
I pagamenti erano stati determinati con provvedimenti assunti dal coordinatore della task force medesima, Pasquale Turno, e dai vertici delle strutture commissariali per la sanitĆ  calabrese, appunto lā€™ex commissario Scura e lā€™ex sub-commissario Urbani, nei cui confronti sono in corso ulteriori approfondimenti.
Tra lā€™altro, tali provvedimenti erano stati piĆ¹ volte censurati dalle strutture del Ministero della Salute, deputate a vigilare sulla gestione commissariale, in quanto si trattava di una retribuzione forfettaria ragguagliata a 10 ore settimanali di prestazioni aggiuntive.
Questa indennitĆ , in particolare, secondo le strutture ministeriali era ā€œpriva di ogni fondamento giuridicoā€, in quanto veniva corrisposta indipendentemente dallo svolgimento effettivo delle prestazioni aggiuntive;
Inoltre i dipendenti ottenevano indebitamente rimborsi chilometrici per le trasferte dallā€™Asp di appartenenza alla struttura regionale, anche questi emolumenti non dovuti, perchĆ© i componenti della task force dovevano fisicamente operare proprio allā€™interno della cittadella regionale.
Infine gli indagati ottenevano compensi per ore di pronta disponibilitĆ  (reperibilitĆ ), che sarebbero astrattamente previsti solo per straordinarie e urgenti esigenze di servizio. Esigenze che, in concreto, non sono state riscontrate.
Lā€™erogazione delle indennitĆ  era proseguita senza soluzione di continuitĆ  sino a quando, alla fine dello scorso anno, il commissario ad acta in carica, il generale Saverio Cotticelli, in seguito a una richiesta di documentazione avanzata in sede investigativa, le aveva revocate con suoi provvedimenti.
Anche il dirigente coordinatore della Task Force Veterinaria risulta tra gli indagati, ma non ĆØ destinatario del provvedimento di sequestro in quanto non ha ottenuto vantaggi patrimoniali, avendo lā€™ente di appartenenza deciso di non dare corso alla liquidazione delle voci economiche.

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