Ennesima tragedia sul lavoro. Qualche giorno fa, un operaio di 48 anni ha perso la vita mentre controllava che le transenne del cantiere dove lavorava fossero sistemate bene sulla strada. E’ stato un attimo. Pochi minuti ed è stato travolto da un camion. E’ morto cosi, un uomo di soli 48 anni, mentre si trovava sul cantiere, a Chiazzano, nella periferia di Pistoia. Secondo una prima ricostruzione, pare che l’uomo, intorno all’ora di pranzo, stesse controllando le transenne stradali che delimitano l’area di lavoro. Un’operazione semplice e di routine, utile a garantire la sicurezza stradale. Un momento e il giovane uomo è stato travolto da un camion che transitava su quella strada.
Quest’altro gravissimo incidente avvenuto sul luogo di lavoro – sottolinea Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Nazionale Unilavoro Pmi – , accresce il numero delle vittime. Gli incidenti sul lavoro, continua Guzzi, sono “una ferita sociale” che non trova facili soluzioni. Il 2021 ha registrato dati allarmanti rispetto al 2020. L’aumento è stato quasi del 15%. Gli infortuni mortali denunciati nei primi mesi dell’anno sono stati 912 per gli uomini e 30 per le donne. Nonostante il Testo Unico sulla Sicurezza rappresenti una guida chiara e rigorosa sulla questione, prosegue Guzzi, risulta evidente che in Italia la situazione degli infortuni sembra non trovare soluzioni valide, efficaci, adeguate.
A temere che la lista si allunghi, la Dottoressa Catia Pulice, Amministratore Unico di ‘Al Business’, nota società di consulenza che opera nel settore della sicurezza nei luoghi di lavoro, della formazione, dell’ambiente, e del marketing. Ad oggi, in Italia, gli incidenti sui luoghi di lavoro avvengono principalmente per mancata informazione e formazione del personale, a causa di macchinari privi delle idonee misure di sicurezza, in assenza dell’apposita cartellonistica, per inosservanza della normativa, per mancato controllo, quando le attività lavorative si svolgono in strutture o locali che non sono a norma, ma anche, tra tante altre cause, in caso di forte stress, dovuto, spesso, allo sforzo di lavorare al caldo e sotto il sole.
Il lavoro che si svolge nei giorni di agosto, evidenzia Pulice, è estremamente pesante e piuttosto difficile. Soprattutto per gli operai che sono esposti a temperature che possono arrivare fino ai 35 gradi. Secondo le ultime stime, salgono notevolmente le possibilità di cali dell’attenzione e, di conseguenza, di infortuni o nel peggiore dei casi, di incidenti mortali. Che cosa si può fare? Le soluzioni ci sono e sono anche molto valide. Bisogna attenersi scrupolosamente alle direttive indicate nella Normativa e puntare sulla formazione. Gran parte degli infortuni gravi sono dovuti a mancata valutazione del rischio e mancata formazione. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto – conclude Pulice – bisogna riflettere su una realtà sconcertante: esiste un falso mercato della formazione con soggetti incoscienti e senza scrupoli che consegnano certificazioni fittizie, e società, ambigue e poco professionali, che vendono corsi teorici in una logica di massimo profitto. Inconcepibile e di una gravità paradossale e aberrante.
Sicuramente, è necessario, sottolinea ancora Guzzi, un maggiore controllo e una maggiore e più completa formazione, da estendere anche ai datori di lavoro. Oltre a questo, un sistema più severo di sospensione delle attività. Trovo assurdo, conclude Guzzi, che continuino a verificarsi tragedie di tale portata, soprattutto in un periodo come questo in cui l’edilizia sta vivendo un nuovo, importantissimo impulso occupazionale. Ora più che mai bisogna adottare, e mettere in pratica, i principi fondamentali che regolano la legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Unilavoro Pmi ne ha sempre parlato e continuerà a farlo, con l’obiettivo di divulgare, e trasmettere, con tutti mezzi a sua disposizione, la cultura della sicurezza e della prevenzione.