Sono in corso in queste ore da parte della polizia alcuni accertamenti sulla presenza di diversi fedeli alla messa domenicale nella chiesa di Santi Angeli Custodi a Borgotrebbia, in provincia di Piacenza. I poliziotti hanno acquisito al termine della funzione, celebrata da don Pietro Cesena, alcune informazioni anche dallo stesso parroco. All’interno della chiesa erano presenti diverse persone, comunque pare a distanza di sicurezza. Le celebrazioni religiose non sono vietate, ma sono a porte chiuse (i fedeli non sono ammessi nemmeno a distanza). La stessa funzione, come altre, viene trasmessa in streaming.
Durante la sua omelia il sacerdote ha toccato ovviamente il grande tema dell’attualità di queste settimane, invitando anche alla disobbedienza dei divieti. «La gente sta impazzendo – ha detto dall’altare don Cesena – il Coronavirus ci sta tenendo chiusi nella case. L’esperienza cristiana è proprio l’opposto, è andare incontro agli altri. Le porte della Chiesa sono chiuse, ma Cristo supera tutte le barriere e le porte».
«Non ci mancano solo i soldi per far ripartire e ricominciare. Per quello serve anche altro», ha detto riferendosi anche alla crisi economica. Ancora più esplicito sulla partecipazione alla messa. «Non pagate le multe della polizia, non abbiate paura di venire a messa. È anticostituzionale, è qualcosa di oppressivo. Andremo dai giudici e tutto questo vedrete che verrà messo in discussione».
Lo stesso vescovo monsignor Gianni Ambrosio, a distanza di qualche ora, ha inviato una lettera ai sacerdoti e ai diaconi – oltre che alla stampa – in cui esprime – ancora una volta – la linea della Diocesi, rispettosa delle misure di contenimento della pandemia. «Ritengo doveroso – spiega monsignor Ambrosio – ricordare ai tutti voi la necessità di osservare le misure di sicurezza che la Conferenza Episcopale Italiana ha comunicato e più volte ribadito, sempre in stretto contatto con il Ministero dell’Interno e con la Segreteria di Stato della Città del Vaticano. Sono misure che, con sofferenza di tutti, dobbiamo osservare con rigore, come più volte ho comunicato, anche in comunione con i Vescovi dell’Emilia Romagna. Si possono discutere, certo, ma sono da osservare ovunque, soprattutto poi in quei luoghi, come qui a Piacenza, ove abbiamo una tremenda responsabilità, perché il numero dei contagi e dei defunti è impressionante. Ricordo pure che la non osservanza di queste misure comporta una ‘contestazione’ da parte delle Forze dell’ordine, come purtroppo accaduto oggi”.
(Fonte: ilpiacenza.it)