Il caso di Gino Panaiia, il 25enne scomparso nella notte di Halloween nel Milanese e ritrovato senza vita nelle acque del Naviglio Grande, rimane avvolto nel mistero. Ci sono ancora molte domande senza risposta riguardo al suo tragico destino. Sul corpo non sono stati rilevati segni evidenti di violenza, ma non si può escludere del tutto una possibile dinamica violenta. Solo i risultati dell’autopsia potranno fornire risposte più certe e chiarire l’eventuale presenza di lesioni compatibili con un’aggressione. La scoperta di 20 chili di eroina nei pressi della cascina di Zibido San Giacomo, luogo in cui si sono perse le tracce di Panaiia, aggiunge ulteriore complessità al caso. L’entità del carico, confezionato in borse con simboli di lusso, suggerisce una connessione con il traffico di droga organizzato, anche se non è chiaro se questa scoperta sia collegata alla scomparsa di Gino o se si tratti di una coincidenza. Le indagini continuano a esplorare ogni possibile ipotesi, senza escludere legami con l’attività criminale familiare. Lo zio di Gino, Iginio Panaiia (60 anni, di Scandale, nel Crotonese, precedenti per narcotraffico ed ex ras delle case popolari di via Fleming), ha un passato nel mondo del narcotraffico e vicende personali che includono rapimenti e regolamenti di conti. Anche se non è detto che questi elementi siano direttamente collegati alla scomparsa, essi rappresentano un contesto che non può essere ignorato.
La notte della scomparsa, Gino Panaiia aveva trascorso una serata con gli amici in un locale a Zibido, dove le telecamere lo hanno immortalato per l’ultima volta mentre si allontanava sul suo scooter, cadendo più volte in stato di ebbrezza. Gli amici lo hanno seguito per un tratto del percorso. Anche il tragitto seguito da Panaiia avvolto nel dubbio: in una breve telefonata alla fidanzata, ha riferito di trovarsi “nei campi”. Potrebbe aver scelto una strada accidentata per evitare controlli, e la cella telefonica lo colloca nella zona di Cascina Casiglio, dove i carabinieri avevano ritrovato lo scooter Piaggio Liberty 125 grigio, il casco, il giubbotto e una scarpa. Tutti oggetti sparpagliati a metri di distanza l’uno dall’altro. Raccolto anche il suo portafoglio, che era sulla sponda del canale, ma niente telefonino.
Gino Panaiia, residente a Zibido ma originario della Barona a Milano, è stato rinvenuto dai vigili del fuoco in un tratto dell’Alzaia Naviglio Pavese, nel tratto tra Casarile (Milano) e Rognano (Pavia). Sebbene i suoi tatuaggi abbiano permesso un’identificazione rapida, le condizioni del corpo dopo l’immersione, pur definite “buone”, rendono difficili alcune valutazioni a occhio nudo.