Siamo, ovviamente, ancora nel campo delle ipotesi, ma pare che la Regione Calabria e le Ferrovie della Calabria siano, davvero, intenzionate a tagliare fuori Decollatura dalla nuova tratta ferroviaria che collegherà Cosenza a Catanzaro. Questo pericolo, che preannuncia scenari alquanto cupi per il prestigioso centro presilano e per i suoi cittadini, ha provocato un sussulto tra i decollaturesi, che, infatti, hanno subito reagito costituendo un comitato civico ad hoc per difendere quello che, dopo 100 anni di storia, sembra essere un sacrosanto diritto, ovvero quello di poter viaggiare ancora su rotaia, senza essere costretti a utilizzare mezzi privati o raggiungere, comunque, la città capoluogo e quella dei Bruzi, su scomodi mezzi gommati. “Dopo 100 anni – affermano nel post di apertura pubblicato sulla pagina facebook i componenti del neo comitato pro ferrovia – in cui cittadini, studenti, turisti, persone di ogni ceto sociale e per i più svariati motivi hanno avuto a disposizione un mezzo pubblico di trasporto per raggiungere i capoluoghi di provincia, Catanzaro e Cosenza, e per muoversi tra gli stessi paesi, dovranno rinunciare a un tale servizio”.
“A parte l’assoluta mancanza di sintonia prosegue il post – con l’epoca in cui viviamo quando si chiede ai cittadini di rinunciare o comunque contenere l’utilizzo dei veicoli a combustione interna per contribuire al contenimento dell’inquinamento e dell’affetto serra, proprio ora che si intravede l’arrivo di treni a idrogeno che consentirebbero gli spostamenti a inquinamento zero, proprio ora la Regione Calabria e la Ferrovia, senza aver neanche ascoltato la popolazione interessata, decide di eliminare questo servizio per un solo comune in tutti i 110 e passa chilometri di percorso ferroviario. Perché questo assurdo progetto? Che ne sarà delle tante ipotesi di sviluppo dei borghi come dimensione ideale della vita a misura d’uomo, del turismo sostenibile, della valorizzazione delle aree interne, di mantenimento dei presìdi montani”. “Anche il Liceo scientifico di Decollatura – prosegue la civile protesta scritta del comitato – è destinato a essere sacrificato a questo assurdo “modello di sviluppo delle aree interne”, perché la sua sede fu costruita nei pressi della stazione ferroviaria per favorire la comoda frequenza a tanti giovani che vi giungevano da tutti i paesi del circondario. È naturale che con la scomparsa della stazione i ragazzi dovranno trovare altre sedi, non altrettanto vicine e comode, e aumenteranno le spese, i disagi, i pericoli per famiglie e studenti, e sicuramente molti rinunceranno a proseguire negli studi. Su chi ricadrà la responsabilità di questa catastrofe? Chi dovremmo ritenere colpevole di aver voluto inseguire questo progetto di annientamento verso il Comune di Decollatura? E non ci vengano a raccontare dell’offerta risarcitoria di una stazione rurale recuperata all’ultimo momento in un luogo fuori dal mondo perché non ci serve. Noi vogliamo poter raggiungere a piedi una delle nostre stazioni, prendere il treno e recarci all’ospedale di Soveria Mannelli o di Catanzaro per una visita medica e tornarcene a casa in piena autonomia”.
“Considerando la direzione che sta prendendo il mondo in termini di crisi economica e ambientale, – scrivono ancora nel post i cittadini decollaturesi – crediamo che l’assetto che avrà la Ferrovia dopo questa modernizzazione dovrà andare avanti per almeno altri cento anni. Chi è in grado di dire fra soli 20 anni come sarà la vita in questo territorio e in Calabria? Ci saranno risorse per garantire autobus navetta che a tutte le ore del giorno, con la neve o col caldo africano, andranno avanti e indietro a collegare paesi e stazioni? Perché Decollatura, unico comune in tutto il percorso ferroviario che ha tre stazioni in pieno centro, dovrà rinunciare, per esempio, a un trasporto su ferro, quindi più economico, dei rifiuti (che a quel punto saranno materia preziosa)? Si tratta di un processo che non riusciamo neanche a immaginare nella sua pienezza e già si vuole impedire che venga ipotizzato? E poi, parlando di sicurezza del territorio, perché impedire solo a Decollatura di poter essere raggiunta da mezzi di soccorso per ferrovia in occasione, Dio non voglia, di eventuali disastri? Siamo sicuri, per vedere la cosa in altra direzione, che non ci sarà da trasportare acqua per ferrovia a luoghi che ne saranno privi, prendendola dalle copiose sorgenti del Monte Reventino che si riversano su Decollatura? Chi si assume, ripetiamo, una responsabilità così grave?
Per questi motivi, così come accadde nel 1918 quando il nostro Comune dovette combattere vittoriosamente per ottenere il passaggio della Ferrovia sul suo territorio, dobbiamo lottare uniti per conservare ciò che quei lungimiranti amministratori individuarono come veicolo di progresso, che nessuno oggi deve pensare di poterci togliere”. Il comitato, fanno sapere i componenti, sta lavorando alacremente, come si evince dal post, per cercare di salvaguardare il bene del paese e, infatti, già nell’immediato è prevista una prima assemblea pubblica che si terrà il 21 settembre presso la sala conferenze in Piazza G. Perri a Decollatura, aperta a tutti: cittadini, amministratori, forze politiche, associazioni, sindacati, mondo della scuola e operatori economici. Un’occasione importante per ribadire con forza il diritto a poter continuare a usufruire di un servizio che tanta virtuosa economia ha prodotto in questo secolo di servizi agli utenti decollaturesi. Inoltre, il 26 settembre (ma la data è ancora incerta), dovrebbe tenersi un Consiglio comunale aperto dove l’amministrazione Perri ha intenzione di invitare il presidente della Calabria, Occhiuto per cercare di dialogare in maniera fattiva con le istituzioni e tutelare, così, i diritti dei cittadini.