La Prefettura di Crotone ha notificato una interdittiva antimafia alla Prociv Arci di Isola Capo Rizzuto che non potrà assumere la gestione del Cara, il centro di accoglienza per migranti richiedenti asilo di Sant’Anna, uno dei più grandi d’Italia. Il provvedimento arriva a conclusione di una articolata istruttoria, avviata già nell’agosto dello scorso anno, all’esito della quale “è stata accertata l’esistenza di un effettivo rischio di contaminazione mafiosa attraverso la contiguità con elementi appartenenti a sodalizi criminali locali”. Dagli accertamenti – spiega infatti il provvedimento adottato dall’ufficio territoriale del governo – sono emersi “plurimi e concreti elementi da cui risulta una condizione di asservimento o di potenziale asservimento dell’associazione alla criminalità organizzata”.
Rischio di infiltrazione e di asservimento deriverebbero, essenzialmente, dai legami familiari e di parentela tra alcuni dirigenti, soci e dipendenti della Prociv con persone ritenute affiliate alle cosche di ’ndrangheta di Isola Capo Rizzuto nonché dalle frequentazioni di quegli stessi soci imparentati con i presunti affiliati con altri componenti della stessa associazione di volontariato. In seguito all’interdittiva antimafia, dunque, la Prociv Arci non potrà assumere la gestione del centro per i migranti di Sant’Anna per la quale nel gennaio dello scorso anno si era aggiudicata la relativa gara d’appalto bandita dalla Prefettura di Crotone. Gara alla quale l’associazione aveva partecipato con un raggruppamento di imprese costituito dalla Traslator srl, con sede ad Alpignano (Torino), in qualità di capogruppo, e dalla stessa Prociv Arci di Isola Capo Rizzuto in qualità di mandante.
La gestione del Cara sarebbe dovuta durare un anno con facoltà di rinnovo per ulteriori 12 mesi, per un importo complessivo per 24 mesi pari a 5.978.043 euro. Nelle more del subentro alla Croce Rossa Italiana, che al momento gestiva il Cara di Isola Capo Rizzuto, alla Prociv è tuttavia pervenuta la comunicazione dell’avvio di una procedura informativa sul rischio di infiltrazioni mafiose che si è appunto conclusa con la notifica, datata 24 gennaio, dell’interdittiva antimafia.