E’ uno dei siti più affascinanti del paesaggio costiero calabrese, meta gettonata per i visitatori che ne conoscano l’esistenza (meno nota e pubblicizzata di tante altre location turistiche della regione). Parliamo della spiaggia dell’Arcomagno a San Nicola Arcella: sui social e nei siti di viaggio che la citano viene indicato con dovizia di informazioni l’avventuroso percorso per arrivarci a piedi. Invece la spiaggetta andrebbe raggiunta soltanto via mare, perché il sentiero per terra è a rischio sicurezza per quanti – tantissimi – lo percorrano diretti alla piccola baia dominata dall’imponente grotta che al tramonto s’infiamma di luce.
Il rischio, segnalato da apposito annuncio dell’amministrazione comunale e con tanto di interdizione delle vie d’accesso con cancelletti, transenne e nastro, ha però fatto la stessa fine dei tanti divieti di balneazione che in Calabria restano lettera morta, affissi soltanto per dovere formale mentre la gente si immerge tranquillamente in acque inquinate.
Nel caso di Arcomagno, le strade di accesso a piedi sono due ma solo quella a nord (spiaggia tufo Arcomagno) è chiusa senza possibilità di eludere lo stop, mentre per i bagnanti che giungono da sud (spiaggia di Marinella), è molto semplice spostare il cancelletto e procedere lungo il sentiero franoso e la scalinata dissestata che porta a destinazione. Senza alcun controllo.
La situazione è stata denunciata dopo l’inizio della stagione estiva dalla sezione dell’alto Tirreno cosentino di Italia Nostra, ma nonostante vari appelli nulla è stato fatto per mettere definitivamente l’area in sicurezza (alcuni interventi erano già stati effettuati nel 2019), né per sorvegliare il passaggio. “Malgrado ben quattro ordinanze di chiusura per pericolo di caduta massi e frane – spiegano da Italia Nostra – il sito rimane costantemente accessibile dalla parte sud. Completamente assenti coloro che dovrebbero vietare l’accesso a tutela dell’incolumità pubblica e dell’integrità del sito”. Per questo dall’associazione è stata inviata una lettera al Comune di San Nicola Arcella, dove si legge: “Dobbiamo con rammarico costatare che malgrado la nostra pressante richiesta di sbarrare efficacemente ed immediatamente l’accesso al sito interdetto dell’Arcomagno per ragioni di sicurezza pubblica riguardante l’incolumità dei numerosissimi visitatori ed anche per ragioni di tutela ambientale del sito che, tra l’altro, non può sopportare un carico antropico elevato non regolamentato, dobbiamo purtroppo costatare che l’accesso da sud (spiaggia Marinella) rimane costantemente aperto e il sito dell’Arcomagno è liberamente accessibile e per questo letteralmente invaso da terra e da mare senza alcun intervento dei vigili urbani o delle forze dell’ordine”. Oltre all’allarme sicurezza, l’associazione rimarca dunque la necessità di preservare l’habitat naturale della spiaggia, che nonostante sia di spazio ridotto è sempre affollata da bagnanti – condizione ancor più pericolosa in tempi di pandemia.
Continua la nota di Italia Nostra: “Dalle foto allegate pervenuteci, che mostrano la situazione, si evidenzia inoltre la rottura e vandalizzazione delle staccionate, con chiodi e ferri sporgenti, ad appena due anni dalla loro realizzazione avvenuta all’interno di un progetto di riduzione del rischio idrogeologico del sito che malgrado l’impegno di centinaia di migliaia di euro non ha prodotto alcun effetto sperato e benché inaugurato e riaperto nel luglio 2019 , dopo qualche giorno è stato richiuso con ordinanza per il verificarsi di frane e caduta massi nell’agosto 2019”. L’associazione chiede dunque che anche l’accesso dalla spiaggia Marinella sia chiuso in modo invalicabile come quello a nord. “Ci è stato a riguardo fatto notare – aggiungono – che essendo l’Arcomagno un rilevante attrattore turistico, lo sbarramento invalicabile realizzato sull’accesso a Nord, riguardante la spiaggia Tufo Arcomagno, ha riversato il flusso dei visitatori dalla parte della spiaggia Marinella dove l’accesso all’Arcomagno è stato costantemente aperto e come lo è tutt’ora, determinando ciò anche forme di difficoltà di transito e di parcheggio”.
A proposito di posti auto, l’indulgenza dei controllori verso gli esploratori che impavidi di frane e chiodi si cimentano nel percorso verso l’Arcomagno non è riservata a chi prova a trovare un parcheggio libero anziché lasciare la vettura nelle zone private a pagamento… Anche su questo tema Italia Nostra sta conducendo una battaglia contro l’invadenza dei gestori dei lidi, che hanno occupato a vario titolo tutta la spiaggia libera di San Nicola Arcella. Pochi giorni fa, proprio in seguito alle continue segnalazioni sulla pagina Facebook dell’associazione, è apparsa una sottile striscia vuota tra le file di ombrelloni, sebbene per raggiungerla bisogni fare slalom tra le zone occupate (come pure succede in un altro piccolo e incantevole arenile della costa tirrenica, lo scoglio della Regina ad Acquappesa).
Insomma, per ammirare la veduta dell’Arcomagno conviene scaldare i muscoli e farsi una nuotata o guidare pedalò e barche a remi. Anche il transito delle imbarcazioni a motore sta infatti causando problemi di inquinamento nella spiaggia. Un andazzo che in questa zona di costa riguarda soprattutto le grotte dell’isola di Dino: insieme a Legambiente e Comitato Difesa Ambiente di Diamante-Cirella, Italia Nostra ha già inviato un esposto alle autorità marittime del territorio contro l’attraversamento delle grotte (vietato dalla guardia costiera con specifica ordinanza) da parte di barconi per il trasporto turistico anche di grandi dimensioni, che oltre a rilasciare in mare gas e rifiuti, sono pericolosi per le barche a remi e i piccoli natanti, che invece possono transitare. Le tre associazioni hanno richiesto una presenza costante di personale della guardia costiera per impedire e sanzionare le trasgressioni.
Isabella Marchiolo