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mercoledì, 9 Aprile, 2025
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La lettera di Dalila: “è rimasto un sogno… il sogno di lavorare!”

La riapertura dei ristoranti ancora non coincide con sicurezza economica di riprendere come ai tempi precovid. Un grande punto interrogativo per i ristoratori, ecco una lettera di una nostra lettrice che riassume in modo chiaro il loro stato d’animo: “Lui è Arturo, proprietario del ristorante Dù Spaghi! Il mio compagno.

Aspetta qui ore ed ore che quell’ordine arrivi, che il telefono squilli!
E continuamente mi dice che si trova in una prigione, con le mani legate e che non sa come fare!
Ma allo stesso tempo resiste, stringe i denti e prova a credere che qualcosa di bello arriverà…

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non si hanno più le certezze, non si ha più quella sicurezza…

è rimasto un sogno… il sogno di lavorare!

E ogni giorno è la stessa storia… si aspetta, mentre le tasse e l’affitto da pagare non si fermano!
Mentre l’incubo di non farcela a sostenere quella saracinesca sulle tue spalle, non ti fa dormire!
Mentre tutte quelle promesse fatte dallo Stato svaniscono!

Sembra di essere in una gara a Braccio di Ferro, chi è più forte vince…
E per essere i più forti non basta sognare, non basta voler lavorare, non basta amare la tua attività!

L’unica cosa che vorrei in questo momento, che qualcuno ai vertici si metta la mano sul cuore e riesca ad aiutare ogni persona che si trova nel suo stesso stato.
Per un futuro sicuro, per la nostra generazione e quella futura.

Non siamo Chiara Ferragni che con un messaggio riesce a far cambiare l’idea di milioni di persone, ma siamo un milione di persone che possono far cambiare idea ad una persona!

E quella persona sarà un traguardo!”

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