Un incarico nel governo Draghi? “Non risponderò nemmeno sotto tortura”. Così Bruno Tabacci, deputato di Centro democratico al termine del colloquio per la formazione del governo con il presidente incaricato.
“Posso solo confermare – dice Tabacci – che con Mario Draghi ci conosciamo dalla primavera del 1983, quando lui venne a collaborare al ministero del Tesoro e io ero a capo della segreteria tecnica del ministro Goria”.
“Al presidente Draghi – chiarisce Tabacci all’agenzia di stampa AdnKronos – non abbiamo posto alcuna condizione, perché non vogliamo metterci nel ridicolo. Siamo consapevoli che la svolta può essere importante, confidiamo in questo e siamo usciti dall’incontro che ce la possiamo fare e che il Paese può andare verso una svolta“.
Perché, l’esponente centrista ne è convinto, “il tentativo di Draghi andrà in porto e sono anche convinto che la sua saggezza lo porterà a considerare un mix intelligente e attento a radicare il governo e la maggioranza parlamentare, che mi auguro sia ampia. E poi degli innesti di natura tecnica. Credo che Draghi sia nella condizione di farlo e che le prossime ore dimostreranno che quello in corso non è un semplice tentativo ma la risposta responsabile che il presidente Mattarella ci ha chiesto di assumere”.
Un appello quello del Presidente della Repubblica “coraggioso e per molti aspetti inatteso che è la conseguenza di questa crisi che ci ha tolto il respiro e la pazienza. Ho ancora negli occhi – dice il leader di Cd – quelle 20 ore trascorse per tentare di mettere insieme un documento e invece non siano nemmeno riusciti a sottoscrivere un verbale di quello che ci eravamo detti. È chiaro che la frustata arrivata dalla presidenza delle Repubblica con la proposta di Mario Draghi interpella tutte le forze politiche, che se ne devono assumere le responsabilità”.