Il Leader di Italia Viva, Matteo Renzi, svela nel suo ultimo libro dal titolo “Il mostro” le circostanze che portarono all’esclusione di Nicola Gratteri dalla lista dei ministri, proposta dallo stesso Renzi incaricato della Presidenza del Consiglio, all’allora capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Come si ricorderà a poche ore dall’ufficialità della composizione del nuovo governo, la casella del ministero della giustizia era stata assegnata al procuratore della Repubblica di Catanzaro, in quegli anni come oggi, simbolo della lotta contro le organizzazioni mafiose.
Secondo quanto riportato nel libro, dietro la proposta, poi bocciata, non ci sarebbe stato solo il parere contrario del presidente Napolitano, ma anche l’altolà di tanti magistrati.
“Magistrati come il procuratore della Repubblica di Roma, leader di varie correnti della magistratura, giudici eletti in Parlamento con altre responsabilità – sostiene Renzi – fecero arrivare al Quirinale, in modo più o meno diretto, la loro avversione totale all’ipotesi Gratteri”.
Anche Giuseppe Pignatone (foto a sinistra), all’epoca procuratore di Roma e attuale presidente del tribunale del Vaticano, quindi, sarebbe stato tra coloro che non avrebbero gradito la nomina di Gratteri.
“Naturalmente io avrei dovuto fare di più per rottamare le correnti della magistratura. E dire che nella settimana in cui ho composto il mio governo ci ho pure provato, invano. Avevo scelto infatti di fare una proposta ardita per la carica di guardasigilli. Volevo azzerare il potere delle correnti nominando ministro un uomo capace e totalmente fuori dagli schemi. Qualcuno dice: fin troppo fuori dagli schemi. E avevo pensato a Nicola Gratteri, magistrato di valore da sempre in prima linea contro la ‘ndrangheta”- scrive Renzi.
Il leader di Italia Viva spiga anche perchè aveva deciso di affidare la poltrona di ministro della giustizia al procuratore di Catanzaro: “Gratteri aveva idee rivoluzionarie: avremmo lavorato per il sorteggio al Csm, così da spezzare il meccanismo delle correnti. Avremmo rivoluzionato la responsabilità del magistrato che sbaglia”.