Lamezia Terme -“La notizia della sospensione delle attività ambulatoriali del reparto di ginecologia dell’ospedale di Lamezia Terme, dimostra ancora una volta la necessità di porre all’attenzione della politica regionale e non solo, l’emergenza Lamezia”.
E’ quanto afferma, il consigliere comunale Eugenio Guarascio, che interviene per stigmatizzare la situazione in cui versa il nosocomio cittadino. “Non è possibile – aggiunge Guarascio – pensare di mantenere una struttura del genere che serve un bacino di utenza di oltre 145mila cittadini, in siffatte condizioni di precarietà. Cosa aspetta il commissario alla sanità ad intervenire? Quali impegni, al di là delle parole, intendono assumere i candidati lametini alla Regione? E L’Asp commissariata cosa fa? Non è più tempo di promesse. I cittadini di Lamezia e dell’hinterland hanno bisogno di risposte concrete e non di vuoti proclami. Anche il Consiglio comunale di Lamezia Terme nella sua sua interezza deve far sentire la propria voce. La sanità rappresenta un bene di tutti e nessuno deve specularci. Il nostro ospedale – conclude Guarascio – è situato nell’area centrale della Calabria ed ha bisogno di una sua autonomia perché una realtà così grande e complessa, con all’interno tra l’altro, il Centro regionale di neurogenetica, non può e non deve essere mortificata ogni giorno”.
Lega Lamezia: Chiusura reparto Ginecologia rappresenta una sconfitta per il diritto all’accesso alle cure
“Diciamo stop al progressivo smantellamento del nosocomio Lametino. Riguardo alla chiusura del reparto di ginecologia, come segreteria cittadina Lega, non possiamo che manifestare, anche noi, il nostro malcontento e la nostra rabbia per come si sta, man mano, depauperando il nostro ospedale il ‘Giovanni Paolo II’”.
Lo dichiara Antonio D’Alessi,dirigente Lega Lamezia Terme ch prosegue “Sono anni che assistiamo al progressivo smantellamento e con quest’ultimo episodio è chiara la volontà di ridurre l’ospedale di Lamezia Terme ai minimi termini e portalo alla chiusura. Una struttura sanitaria che da sempre ha fornito servizi e cure d’eccellenza ad un bacino d’utenza importante, non solo sul comprensorio lametino ma, anche, verso paesi e città delle vicine province non può essere smembrata così. Finora, purtroppo, a nulla sono servite le proteste dei cittadini. Quanto sta accadendo, con il recente episodio della chiusura di ginecologia e con gli episodi trasferimento e chiusura di altri reparti, conferma il progressivo accorpamento alle aziende ‘Pugliese’ e ‘Ciaccio’. Dopo il danno-beffa dell’accorpamento dell’ASL unica Catanzaro-Lamezia che abbiamo subito, è sotto gli occhi di tutti il pessimo risultato il quale ci lascia nettamente e palesemente delusi. Crediamo ancora che una gestione sanitaria e amministrativa indipendente possa favorire l’autonoma scelta di strategie economiche e sanitarie miranti all’eccellenza. Già lo scorso anno manifestavamo la nostra perplessità in merito alcune scelte e temevamo che l’ospedale lametino potesse perdere ancora servizi e posti letto, ecco, oggi il realizzarsi di quel triste nostro presentimento”.
“Con rammarico constatiamo, anche, che non viene tenuto conto del disagio che comporta la chiusura del reparto di ginecologia per le zone più lontane del capoluogo come, ad esempio, per i comuni più lontani dalle strutture catanzaresi- prosegue D’Alessi. In una logica di difficile comprensione, giustificata da tagli ed austerità, dimentichiamo che gli attori principali sono e devono rimanere le persone e le comunità che hanno bisogno dei servizi e delle cure, ponendo al centro dell’attenzione le loro necessità ed il loro diritto di accesso alle cure. Così facendo non garantiamo un accesso equo alle cure sanitarie e creiamo utenti e servizi di serie ‘A’ e serie ‘B’. Soluzioni che dovevano essere temporanee stanno diventando prassi consolidate. Adesso basta! non possiamo più assistere ad un silente e nel contempo assordante declino dell’Ospedale lametino ‘Giovanni Paolo II’”.
Gianturco: “Sui problemi dell’ospedale solo chiacchiere, chi ha potere intervenga subito!”
Sono inaccettabili le continue spoliazioni a cui è sottoposto il nostro ospedale, ma ancora più gravi sono le continue chiacchiere di chi dovrebbe tutelare il territorio e invece non interviene con determinazione davanti a questa vergogna. Urge un intervento immediato!” A dichiararlo è il consigliere comunale di Lamezia Terme Mimmo Gianturco.
“E’ da troppo tempo ormai che cittadini e operatori sanitari lamentano continue chiusure di reparti all’Ospedale Giovanni Paolo II – continua – ma sembra che ogni giorno la situazione va via via peggiorando. Non sono servite le prese di posizione dei vari partiti, gli incontri con i vari commissari alla sanità regionale e dell’Asp, i tavoli istituzionali di confronto, i dibattiti nei vari consigli comunali e regionali. Tutto ciò, come era facile prevedere e dal nostro gruppo più volte denunciato, si è rivelato solo una inutile perdita di tempo con gravi conseguenze per gli utenti che subiscono sulla propria pelle disagi e disservizi”.
“Occorre che chi ha il potere di intervenire lo faccia subito! – conclude Gianturco – Parlamentari, consiglieri regionali e sindaco sono chiamati ad un intervento celere e determinato a difesa della città e del diritto alla salute dei cittadini dell’intero hinterland lametino”.
Sanità a Lamezia: una vergogna della quale tutti parlano ma nessuno rende mai conto delle malefatte
“Chiude l’ambulatorio di ginecologia dell’ospedale Giovanni Paolo II. Altro danno alla Sanità e ai diritti dei cittadini. Una Vergogna della quale nessuno deve rendere conto? Ancora una volta la politica si mostra incapace nei confronti delle problematiche che riguardano la salute dei calabresi. Lamezia Terme ed il suo ospedale una storia di ordinaria menzogna politico/amministrativa”.
E’ quanto scrive Nadia Donato presidente associazione SenzaNodi che aggiunge “Come associazione sono anni che evidenziamo le difficoltà dell’ospedale, il disagio grave dei malati e le mortificazioni del personale. Negli ultimi mesi più volte abbiamo sottolineato l’inutilità degli incontri con il generale Saverio Cotticelli, commissario regionale alla Sanità nominato dal governo centrale; così come abbiamo sempre rimarcato l’immobilità della politica. Oggi con più forza evidenziamo che il 90 per cento di coloro che si candidano alle elezioni regionali hanno responsabilità, dirette o indirette, nella situazione della sanità e delle bugie dette alla popolazione. Oggi ci chiedono il voto dopo aver contribuito a negare il diritto alla salute della popolazione. Perché non hanno un po’ di vergogna? Invito le altre associazioni, i coordinamenti e i comitati a prendere posizioni serie davanti alla gravità della situazione venutasi a creare, di smetterla con le inutili visite a Cotticelli e di slegarsi dai partiti o movimenti politici che nulla hanno fatto sino ad oggi”.
Secondo Nadia Donato “La situazione sarà ancora peggiore dopo le elezioni del 26 gennaio, Lamezia e tutti gli ospedali nella stessa situazione, sono vittime predestinate dagli interessi biechi di pochi e dall’insipienza di politici che non pensano che alla famosa “poltrona”. Oggi anche l’amministrazione comunale di Lamezia ha un ruolo importante, lo svolga e faccia da traino ad una protesta civile e decisa che non si fermi davanti alle false promesse reiterate da anni. Cosa state aspettando? Cosa ancora deve succedere perché si comprenda che l’ospedale lametino, senza una sua peculiarità che lo renda unito ma, allo stesso tempo, indipendente dalle altre strutture sanitarie è destinato a sparire. Rivogliamo il nostro ospedale perché curarsi è un diritto che quotidianamente viene negato a chi ha più bisogno”.
Ospedale Lamezia: presidio mortificato nonostante la professionalità degli operatori sanitari e la grande potenzialità della struttura
“Dalla parte dei medici, dalla parte della struttura sanitaria di Lamezia e per rispettare la verità fatta di numeri, che dichiarano che l’ospedale di Lamezia, seppur “bombardato” da inefficienze che riducono personale e spazi, garantisce importanti numeri prestazionali e ricoveri, confermando la grande validità medica che collima con le garanzie per i pazienti”. La riflessione arriva dall’ex consigliere comunale Salvatore De Biase che prosegue ” L’attività della struttura di ostetricia-ginecologia, guidata dal Dr Mimmo Perri e dal personale composto da medici, ostetriche e infermieri, testimonia la vitalità di un servizio che richiama pazienti e prestazioni di prestigio e sicurezza medica, nonostante in questi ultimi anni le decisioni politiche/gestionali dell’ente hanno fatto di tutto per peggiorare il servizio sanitario: se ancora si può nascere a Lamezia lo si deve al sacrificio di chi ogni giorno è costretto ad affrontare turni massacranti per carenza di personale, e che va avanti per spirito di servizio. Per questo, è bene precisare che anche se è stato temporaneamente sospeso il servizio ambulatoriale di ginecologia, il punto nascita dell’ospedale “San Giovanni Paolo II” non è assolutamente a rischio chiusura, nella giornata di mercoledì sono nati 9 bambini. Nel 2019 sono nati 1000 bambini e sono stati eseguiti oltre 1200 prestazioni chirurgiche. La sospensione di alcune attività ambulatoriali è necessaria proprio per tutelare il punto nascita e per garantire la presenza costante di un numero congruo di medici in grado di lavorare in serenità e sicurezza per le partorienti”.
“Questo perché – spiega De Biase – l’unità operativa di ostetricia-ginecologia è formata solo da 8 dirigenti medici più il primario. Per questo bisogna difendere il presidio ospedaliero “San Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme ad ogni costo e con ogni mezzo, se necessario anche con ordinanze dei sindaci, come fece in passato il sindaco Speranza per bloccare il trasferimento del centro trasfusionale da Lamezia a Catanzaro. A tal punto un fronte comune, lo auspichiamo, chiamando in causa i quattro candidati alla presidenza della Regione Calabria, affinché sollecitino il commissario Cotticelli e sopratutto i commissari prefettizi dell’Asp di Catanzaro, per un cambio di rotta a favore della struttura lametina nell’interesse di una popolazione di oltre 200.000 abitanti. Lo faranno?”.