Lamezia Terme – Questa mattina nell’aula magna del Liceo Scientifico ‘Galilei’ la ‘Maratona della legalità’ ha toccato le corde della sensibilità dei presenti e di tutti gli studenti e docenti che da remoto hanno preso parte all’incontro con don Aniello Manganiello, fondatore dell’associazione “Ultimi”, Pietro Paolo Mascione, vicepresidente nazionale associazione “Ultimi” e con una madre, Maria Rosa Miraglia, che ha perso un figlio di soli 18 anni, caduto sotto i colpi della criminalità organizzata. Il tema odierno “Vittime dimenticate”, ha inteso ricordare donne e uomini, strappati all’affetto dei loro cari. Ha aperto l’evento la dirigente Teresa Goffredo che ha introdotto gli ospiti in collegamento da remoto.
Da subito le parole commosse di Maria Rosa che ha letto una lettera dedicata al figlio. A seguire la testimonianza della tragedia che ha coinvolto la famiglia di Pietro Paolo hanno lasciato l’uditorio in silenzio; di tanto in tanto la narrazione delle esperienze dei testimoni sul sacrificio dei propri cari, vittime dimenticate, era spezzata dalla commozione, ma con grande forza d’animo Maria Rosa e Pietro hanno rivelato dettagli di una brutalità che fa troppo male portare alla luce. Ma loro lo hanno fatto con coraggio e dignità. Perché Pasquale Andreacchi e Lucia Fantasia non vengano dimenticati.
L’intervento di don Aniello ha illustrato l’appassionato lavoro che a Scampia porta avanti da anni per salvare i ragazzi dalla strada coinvolgendoli in attività che danno loro considerazione e responsabilità, anche se si tratta di ragazzi che hanno sbagliato o che provengono dall’esperienza del carcere. Don Aniello ha spiegato come sia difficile resistere alle sirene dei facili guadagni derivanti magari dal traffico degli stupefacenti, ma che se si sta insieme, se non si lasciano i ragazzi soli, se si danno loro “occasioni” di inserimento, è possibile farcela. Un sacerdote coraggioso don Aniello, che nel dibattito con i ragazzi presenti e a distanza, ha denunciato come le famose serie televisive del calibro di Gomorra abbiano finito per generare nei giovani un deplorevole “spirito di emulazione” dei cattivi esempi proposti nelle pellicole. Dopo Gomorra, il film e la serie televisiva, – ha detto don Aniello e ha confermato Pietro Paolo Mascione – per Scampia e non solo si moltiplicavano i giovani che sparavano in aria all’impazzata e si atteggiavano come quei protagonisti non professionisti o le comparse, oggi tutti finiti dietro le sbarre. L’alternativa per conoscere le vicende, i casi, delle mafie c’è, continua don Aniello: è l’operato, il buon esempio insomma di tanti esponenti della giustizia – un nome fra tutti il procuratore Nicola Gratteri – che non solo compiono il proprio dovere ma hanno anche sentito la responsabilità di “raccontare” attraverso pubblicazioni e interventi in manifestazioni sulla LEGALITA’ come quella di oggi al Galilei, perché i giovani rappresentano la speranza.
Ha chiuso l’evento la Dirigente Teresa Goffredo ringraziando le Associazioni e i loro rappresentanti che concretamente si impegnano per promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, in particolare Don Aniello Manganiello, Pier Paolo Mascione, Lia Staropoli e don Nino Vattiata.
Ha inoltre confermato l’impegno di continuare nella Scuola l’opera di sensibilizzazione affinchè il ricordo diventi un dovere in ogni studente e affinchè si coltivi la cultura della legalità.
(c.s.)