Riceviamo e pubblichiamo dallo scrittore Igor Colombo:
Da quasi un mese nel reparto di Oncologia dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme è stato chiusa l’Ufa, ossia il laboratorio dove vengono preparate le chemio-terapie per i pazienti oncologici. Premettendo che non si tratta assolutamente di una scelta politica bensì di un urgente provvedimento adottato dall’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro a tutela principale degli stessi operatori del reparto, resosi a quanto pare obbligatorio dopo aver riscontrato l’inagibilità del luogo. Attualmente il servizio di preparazione delle terapie oncologiche viene espletato dall’ ospedale Pugliese di Catanzaro e dopo il disagio iniziale cui il reparto lametino ha dovuto far fronte, il tutto si svolge con regolarità senza recare alcun disagio a noi pazienti oncologici in cura nel nosocomio lametino. Della nomale continuazione delle cure noi pazienti eravamo stati rassicurati dal primario di Oncologia, dottoressa Pina Molinaro e dalla coordinatrice del personale infermieristico, la caposala Gina Primavera. Effettivamente cosi è stato. I farmaci continuano ad arrivare regolarmente ed in un orario che, tranne qualche giorno di possibile ritardo, può essere considerato tutto sommato accettabile.
La mia mia preoccupazione da malato oncologico in primis, e poi da attivista e militante politico che ero un tempo e che tanto si è speso per la sanità, non è nell’immediato bensì nel futuro prossimo. Ricordo che l’Oncologia è uno dei reparti nel nostro ospedale di Lamezia che funziona a menadito, questo grazie allo sforzo ed ai sacrifici di tutto il personale medico, paramedico ed oss, un reparto che cura ed assiste ammalati provenienti da tutta la regione. Esattamente un anno fa scrivevo una lettera aperta al commissario Occhiuto, chiedendo la massina attenzione per questo reparto e sollecitandolo per un potenziamento. La chiusura dell’Ufa non vorrei fosse un segnale che si prospetta come un passo indietro nel seguire un percorso virtuoso per il Giovanni Paolo II , già negli ultimi lustri pesantemente e gravemente depotenziato e danneggiato. Con L’Ufa attiva fino ad un mese fa era Lamezia Terme che forniva gli altri ospedali della provincia riguardo alla preparazione e distribuzione delle chemio-terapie. Oggi purtroppo a causa di un serio problema, e bene sottolineo, hanno fatto i vertici aziendali ad intervenire tempestivamente, un ospedale come quello di Lamezia Terme, con un bacino di utenza di oltre 140 mila abitanti, è costretto ad appoggiarsi ad altri ospedali come il Pugliese, che non fa neppure parte della stessa azienda sanitaria a cui va comunque il mio ringraziamento perché continua, attraverso i suoi operatori, a garantire la continuità delle cure sul posto per noi pazienti.
Da malato oncologico e che ha scelto di curarsi nell’ospedale della propria città dove, ribadisco, i casi di buona sanità ci sono, cosi come i medici eccellenti, mi sentirei più al sicuro se venisse riaperto il laboratorio Ufa a Lamezia Terme. Sono ben conscio del fatto che servono importanti investimenti economici per questo ma ciò non deve essere un esimente per i vertici aziendali nel portare finalmente avanti un deciso rilancio del Giovanni Paolo II. Chiedo pertanto al neo-confermato commissario, Generale Battistini ed a tutte le figure apicali dell’ Asp di Catanzaro, di provvedere al più presto per la riapertura dell’ Ufa a Lamezia. Di questo ne informo anche il sindaco della città ancora in carica quale massimo responsabile sanitario, ed ancora, da qui in avanti, investirò di questa e di altre possibili problematiche, i prossimi ufficiali candidati sindaco di Lamezia Terme.