Lamezia Terme – Colpevole di un errore medico che ha causato, cinque anni fa, gravissimi danni a un bimbo nato nell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Lamezia Terme. Lo ha stabilito il giudice Luana Loscanna del Tribunale lametino e che ha condannato la dottoressa C.M., medico ginecologo, ad un anno e 4 mesi di reclusione, con pena sospesa.
I familiari del bimbo, di un paesino dell’hinterland lametino, tramite l’avvocato fiduciario Roberta Scozzafava e diversi periti e medici legali, hanno portato alla luce le responsabilità di quanto accaduto.
Secondo quanto ricostruito dal pm Emanuela Costa, la dottoressa C.M. “per negligenza, imprudenza, imperizia, nonché per violazione delle leggi, regolamenti, ordini o discipline della normativa sanitaria e dell’esercizio della professione medica” avrebbe cagionato al neonato “lesioni personali gravissime con danno d’organo consistite in grave depressione cardio respiratoria alla nascita – sindrome da distress respiratorio – encefalopatia iposso ischemica cerebrale temporo parieto occipitale destra con infarcimento ematico, convulsioni neonatali, sospetta ipoacusia destra”.
Da qui la richiesta del PM per una condanna a 1 anno e 4 mesi, accolta dal giudice Loscanna a formula piena. “Purtroppo nostro figlio non potrà che sopravvivere, non di certo vivere – hanno commentato in lacrime i genitori subito dopo la condanna – La nostra vita si svolge dentro e fuori dagli ospedali, per continue terapie, cure, il bimbo vive in una condizione terribile, purtroppo spesso ha delle crisi che lo portano a farsi del male da solo. Si tratta di un errore gravissimo, che non dovrebbe mai avvenire, quello che ci è accaduto non lo auguriamo a nessuno, possiamo solo sperare che tutto questo possa per lo meno servire da monito, affinché nessun altro bimbo sia costretto a vedere distrutta la propria vita, ancor prima di venire alla luce. Teniamo molto a ringraziare, di vero cuore, l’avvocato Scozzafava per averci assistito con incredibile professionalità, oltre che umanità e vicinanza, permettendoci di ottenere quanto meno giustizia, nonché tutto il personale sanitario che ogni giorno ci aiuta nelle cure del nostro piccolo grande amore”.