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venerdì, 24 Gennaio, 2025
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Lamezia, in zona movida ruba catenina d’oro a ragazzo: 22enne identificato e arrestato

I poliziotti delle Volanti del Commissariato di P.S. di Lamezia Terme, insieme ai colleghi del Reparto Prevenzione Crimine di Vibo Valentia, impegnati nelle attività di controllo del territorio, particolarmente intensificate nel fine settimana nei luoghi della movida del centro cittadino, hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, un cittadino di origini extracomunitarie, resosi autore di una rapina ai danni di un giovane italiano. In particolare nella notte fra sabato 18 e domenica 19 gennaio, poco dopo la mezzanotte, gli uomini della Polizia di Stato lametina intervenivano in Piazza Mercato Vecchio, a seguito di segnalazioni giunte alla Centrale Operativa di Catanzaro, in merito alla presenza di un gruppo di persone che lanciava bottiglie di vetro, creando pericolo per i passanti. In considerazione della situazione segnalata, l’equipaggio di Volante del Commissariato di Lamezia Terme, insieme ad altri due equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Vibo Valentia, nonostante l’intenso traffico della serata prefestiva, raggiunto tempestivamente il luogo della movida prefestiva, acquisivano le prime informazioni su quanto accaduto, direttamente da un ragazzo italiano di 24 anni che, in compagnia della fidanzata, riferiva ai poliziotti di aver subito un’aggressione.

L’uomo, nella circostanza, specificava che mentre si accingeva a riprendere la propria autovettura, precedentemente parcheggiata, un soggetto, probabilmente in stato di ebbrezza alcolica, appoggiato all’auto, nonostante le diverse richieste, non mostrava intenzione di allontanarsi. Invitato più volte a spostarsi dal legittimo proprietario dell’auto, l’uomo, di etnia nordafricana, ignorando le richieste, raccoglieva due bottiglie di vetro da terra e dopo averle rotte sbattendole fra di loro, si avvicinava a pochi metri dal volto della vittima minacciandola con una di esse e, proferendo frasi in lingua araba, strappava dal collo del ragazzo una catenina d’oro, per poi darsi alla fuga verso via Isonzo. La dinamica dei fatti venivano confermati anche dalla fidanzata del ragazzo che aveva, inoltre, fornito ai poliziotti intervenuti un video che ritraeva il rapinatore mentre, poco prima dell’aggressione e dell’arrivo della Polizia, era intento a disturbare i clienti di un locale li presente. Gli operatori di polizia, sulla scorta degli elementi acquisiti e delle descrizioni dell’autore della rapina fornite dalla coppia, si ponevano immediatamente alla ricerca del sospetto, individuandolo e bloccandolo poco dopo in via Isonzo. Alla vista dei poliziotti l’uomo, sentendosi braccato, tentava invano la fuga, venendo tuttavia bloccato nei pressi di un’attività commerciale presente poco distante e sottoposto ad accurata perquisizione personale, che consentiva di rinvenire, indosso allo stesso, in una tasca dei pantaloni, una catenina d’oro, riconosciuta senza esitazione dalla vittima della rapina, come quella sottrattagli poco prima.

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Il soggetto, nella circostanza privo di documenti, veniva accompagnato presso gli uffici del Commissariato di P.S. di Lamezia Terme e successivamente identificato, tramite rilievi foto-segnaletici per A. B. M., 22 enne di origine tunisina, richiedente asilo. Veniva tratto in arresto con l’accusa di rapina aggravata dall’aver commesso il fatto con l’uso di due bottiglie di vetro infrante, da ritenersi strumenti atti ad offendere, dei quali è vietato il porto in modo assoluto e per aver offeso e minacciato i pubblici ufficiali che lo avevano tratto in arresto e condotto presso gli uffici di polizia, rivolgendo agli stessi frasi dal tenore offensivo e minaccioso. In seguito all’arresto lo straniero veniva tradotto presso la casa circondariale di Catanzaro – Siano, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che, in data 21 u.s. convalidava la misura precautelare adottata dalla polizia giudiziaria in flagranza di reato, disponendo l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.
Si precisa che il procedimento penale pende nella fase delle indagini preliminari e l’indagato è innocente sino a sentenza di colpevolezza definitiva.

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