Lamezia Terme – A dicembre 2018 il gup di Catanzaro condannò trenta imputati (con pene fra i 16 e i 4 anni di carcere) e 9 furono assolti. Il processo scaturì dall’operazione “Dioniso” contro la cosca Cerra, Torcasio, Gualtieri che avrebbe gestito lo spaccio di droga in alcuni quartieri della città. Ora la Corte d’Appello (presidente Loredana De Franco) ha riformato la sentenza di primo grado.
In particolare, i giudici di secondo grado hanno dichiarato il non doversi procedente per Danilo Fiumara per prescrizione e assolto, per alcuni capi d’imputazione, Stefano Frangione, Ivan Matti Altadonna, Aurelio Scalise, Luciano Torcasio, Gaetano Larosa, Pasquale Concetto Franceschi. La Corte d’Appello ha inoltre rideterminato le pene per Antonio Grande (4 mesi e 800 euro di multa), Sebastiano Strangio (6 anni, 9 mesi e 10 giorni di carcere e 24 mila euro di multa), Antonio Torcasio (6 anni, 9 mesi e 10 giorni), Luca Torcasio (10 anni con esclusione del ruolo apicale contestatogli). Pene ridotte per : Giuseppe Dattilo detto “Cabrini” (8 anni e 8 mesi di reclusione), Estino Teresa (8 anni), Pasquale Concetto Franceschi, (8 anni, 1 mese e 20 giorni), Giuseppe Gullo (14 anni, 2 mesi e 20 giorni di carcere), Cesare Gultieri (classe 69, 13 anni, 8 mesi e 20 giorni), Gaetano Larosa, 6 anni e 8 mesi di reclusione.
Confermate le condanne inflitte in primo grado per: Nino Cerra (75 anni, capo storico dell’omonino clan) 14 anni di carcere; Pasquale Torcasio (classe 69) 14 anni, Vincenzo Torcasio 14 anni, Pasquale Torcasio (classe 80) 14 anni, Antonio Gualtieri, 14 anni, Pasquale Carnovale 14 anni, Nicola Gualtieri (classe 92) 14 anni e 6 mesi, Cesare Gualtieri (classe 78) 4 anni e 40.000 euro di multa, Danilo Torcasio 16 anni, Silvia Mascaro 8 anni, Francesco Tropea 7 anni e 6 mesi, Antonio Franceschi 8 anni e 2 mesi, Salvatore Fiorino 10 anni, Antonio Salatino 8 anni, Pasquale Salatino 8 anni. Come si ricorderà, nell’operazione “Dioniso” scattata il 31 gennaio 2017, l’ordinanza di custodia cautelare era stata eseguita dai carabinieri del Nucleo investigativo di Catanzaro e della Compagnia di Lamezia Terme, coordinati dalla Dda di Catanzaro. Complessivamente furono 47 gli arrestati per 24 dei quali era stata disposta la misura cautelare in carcere (ma in gran parte gli imputati erano già detenuti) e per 23 gli arresti domiciliari. Per tutti l’accusa era di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanza stupefacenti, con l’aggravante delle finalità mafiose. In particolare, le intercettazioni telefoniche e ambientali (oltre alle dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia) erano alla base dell’imponente quadro accusatorio sfociato nell’operazione “Dioniso” contro la cosca Cerra, Torcasio, Gualtieri, che – secondo quanto emerso nelle indagini – avrebbe permesso di fare luce su un vasto giro di spaccio di droga che avveniva nei quartieri “ciampa di cavallo”, Trempa e Capizzaglie. Un giro di droga che avrebbe avuto dei collegamenti con San Luca, Bari e l’Albania. Nell’operazione “Dioniso” anche lo spaccato che emerse a maggio 2014 quando la polizia di Stato trovò un furgone con all’interno 32 chili e mezzo di marijuana in via Tigli al quartiere Capizzaglie. Quella marijuana arrivava dall’Albania via Bari.
p.r.