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martedì, 3 Dicembre, 2024
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Lamezia Terme, Open Space APS pronta a nuovi “Ormeggi”

Lamezia Terme – Manifestazioni dal vivo, concerti, feste, fiere, manifestazioni culturali, tutte bloccate, tutte ferme a causa della pandemia covid. Una situazione veramente difficile se non definirla drammatica per i tanti operatori del settore in tutta Italia.
In Calabria annullate decine di manifestazioni anche quelle organizzate con contributo pubblico che quindi hanno un limite temporale organizzativo altrimenti perderebbero tutte le agevolazioni.
Nonostante tutto però, alcune associazioni stanno tentando di organinizzarsi sperando in una estate 2021 libera da restrizioni dure e che possa consentire almeno in parte la presenza di pubblico.
E’ quello che sta realizzando l’associazione lametina “Open Space APS” che memore del successo di pubblico e critica dell’edizione 2019 sta tentando di essere operativa per una nuova edizione di “Ormeggi Festival” incontri, laboratori, presentazione di libri ed autori.
Abbiamo fatto qualche domanda ad uno degli organizzatori, Antonio Esposito, presidente di Open Space APS sul lavoro che si sta organizzando nonostante non si ha la completa sicurezza di cosa potrà succedere in questa estate.
Visto il successo della prima edizione state già costruendo il format per la nuova edizione ?
Il format della seconda edizione del Festival nasce da una formulazione progettuale multidisciplinare presentata da Open Space presso il Dipartimento Istruzione e Attività Culturali della Regione Calabria nel 2019. La pandemia da Covid-19 e le conseguenti restrizioni tese a fronteggiare l’emergenza sanitaria non hanno permesso lo svolgimento della manifestazione nei tempi previsti e programmati. La volontà è stata quella di portare per la prima volta a Lamezia Terme un Festival innovativo, fatto di contaminazione di linguaggi e che potesse proporre al pubblico un’offerta di iniziative culturali eterogenee atta a intercettare in maniera capillare diversi target di pubblico. Abbiamo analizzato il territorio dialogando con esso e scandagliando la domanda di prodotto culturale. Open Space si è posta come nodo di una rete di partenariato instaurata con oltre 20 realtà associative e imprenditoriali coinvolte nelle fasi di progettazione e in quelle ancor più operative. Presentazioni di libri, panel di intrattenimento, momenti di musica, reading, proiezioni, percorsi di trekking-urbano, workshop che si snodano tra fotografia, impegno civico e tutela dell’ambiente. La tagline “Un libro è…” è la modalità individuata per comunicare l’esplorazione e l’analisi delle storie, delle vicende e dei fenomeni che sanno diventare o son diventati editoria. La lettura diventa mezzo di esplorazione di linguaggi diversi che trovano nel libro il punto di incontro e di coesistenza. La seconda edizione, sarà dedicata a Charles Bukowski nell’anno del “Centenario + 1” dalla nascita dell’autore statunitense; installazioni, proiezioni, mostre artistiche e reading dedicati per una tre giorni di celebrazione e ricordo. E dunque, riprendendo l’epitaffio “Don’t try” (Non provarci) scelto dal vecchio sporcaccione – cogliendo il carattere dissacrante e probabilmente contraddittorio del messaggio – possiamo dire di non aver seguito il consiglio.
Qual è il periodo in cui dovreste essere operativi e sarà tutto in presenza ?
Il progetto prevede 12 giornate che si snoderanno tra la primavera inoltrata e la fine dell’estate. Il Festival, cuore pulsante del progetto, si realizzerà in luglio. Tenteremo di offrire momenti di leggerezza, intrattenimento e riflessione provando a vivere anche un piccolo assaggio “di normalità”. L’imprevedibilità della pandemia da Covid-19, il rischio contagio e le eventuali restrizioni concomitanti potrebbero rendere più complicato organizzare un Festival completamente in presenza.
Quest’ultima rimarrà sicuramente la modalità prediletta e sarà sostituita da modalità da remoto qualora fosse necessario.
Avete già qualche nome che ha confermato adesione al festival ?
Grazie alla rubrica #OrmeggiSpoiler, ideata dall’ufficio stampa del Festival e tenuta sul sito e sulle pagine social del Festival e ancora sui profili di Open Space, quest’anno stiamo anticipando, a cadenza settimanale, alcuni degli ospiti del Festival. Tra i nomi confermati ricordiamo l’autrice Silvia Camerino con Salvatore Borsellino e l’on. Piera Aiello, Vincenzo Maisto alias Il Signor Distruggere, l’autore ed editore Elia Banelli e i ragazzi di Commenti Memorabili. Vorrò fare un regalo ai lettori di questo pezzo e dunque ecco un nuovo nome in anteprima. Uno dei più grandi fenomeni nella storia dell’editoria italiana sarà ospite a Ormeggi Festival. Dirò solo Bice Cairati, poi chiedo ai lettori di andare a cercare su un qualsiasi motore di ricerca di chi effettivamente si tratti.
Inoltre siamo orgogliosi di essere nuovamente riusciti a organizzare tre cicli di workshop multidisciplinari di pregio. Un primo workshop, propedeutico alle date del Festival, trattera il legame tra fotografia, racconto e letteratura. Un secondo workshop, sempre propedeutico al Festival, sarà incentrato sui temi dell’ambiente, del riuso, dell’economia circolare, del recupero e più in generale nel rispetto e nella tutela del territorio. Un terzo workshop – che si terrà durante le date del Festival – si snoderà tra le storie e le testimonianze dei familiari di vittime della criminalità organizzata e dei maggiori esponenti in tema di impegno civico. Tutti i laboratori prevedono la presenza di ospiti di caratura nazionale e a volte internazionale sui temi trattati. Un grandissimo obiettivo centrato da Open Space e che porta Ormeggi a diventare anche un Festival votato a una formazione aperta a tutte le persone potenzialmente interessate.
In cosa si contraddistingue rispetto ad altre manifestazioni “Ormeggi Festival” e non temete la concorrenza di altri festival sui libri organizzati sempre a Lamezia ?
Il periodo storico attuale è sicuramente complesso. La pandemia da Covid-19 ha ancor di più amplificato la distanza con il pubblico escludendo destinatari potenziali dal consumo culturale. Quello che stiamo vivendo è inoltre un periodo storico straordinario per le innovazioni necessariamente intervenute per fronteggiare le restrizioni. Il tutto ha inevitabilmente provocato un repentino mutamento nelle abitudini delle persone soprattutto nella fruizione di contenuti più o meno complessi attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie. In tale contesto non potrei mai parlare di concorrenza. Vi è una difficoltà oggettiva nell’organizzazione di inizative culturali soprattutto per le necessarie attività di riprogettazione straordinaria che hanno investito tutti gli Enti e gli operatori culturali. Ormeggi inoltre, con la sua seconda edizione, tende a posizionarsi nel ventaglio dei Festival letterari multidisciplinari non di settore attraverso l’innovazione di linguaggio e l’esplorazione dei fenomeni che sanno diventare editoria. Nessuna concorrenza dunque; parlerei più di complementareità nell’offerta culturale entro il territorio di riferimento. Un territorio affamato di cultura che manifesta la necessità di fruire in maniera innovativa delle iniziative.
“Ormeggi festival” è organizzato dall’associazione “Open Space” come è nata, la sua “mission” e da chi è formata ?
Open Space – Associazione di promozione sociale (già Associazione Culturale) è nata nel 2016 a seguito di un’esperienza di servizio civile. L’associazione ha organizzato sul territorio iniziative culturali ad alto contenuto innovativo tra le quali si ricordano “Contemporanea – rassegna letteraria”, “Bukowski Tales”, “Impressioni Mobili”, “BiblioLive – Grandi Concerti sul Grande Schermo” e “ViniliCa33-vinili incollati ai tuoi ricordi”. Open Space opera sul territorio nelle fasi di ideazione e di implementazione di iniziative culturali più o meno complesse e, da dicembre 2020, con la trasformazione in APS, è il primo soggetto a offrire consulenza professionale entro l’economia culturale rivolta a tutti gli enti del Terzo Settore interessati.
Open Space a oggi conta la piena operatività di tre soci fondatori: Antonio Esposito (Presidente, Dottore Commercialista, Progettista e Docente), Claudio Petronetti (Vice-Presidente, Dottore in Geologia, operatore culturale e membro altresì del Direttivo dell’Associazione Chiostro), Rita Giura (Segretaria e tesoriera, Operatrice di Sportello presso Poste Italiane e Progettista). Fanno inoltre parte dello staff Genny Cantafio e Elisa Marsico impegnate rispettivamente nelle attività di logistica e allestimento e segreteria e amministrazione. Quest’anno, grazie alla trasformazione in APS, favoriremo l’ingresso di soci volontari. Con la chiamata all’azione di Open Space APS si stilerà una short-list di ragazzi e ragazze e professionisti grazie alla quale sarà possibile progettare in maniera straordinaria e partecipata. È un modo per confermare ancor di più la mission dell’associazione: progettare per e con il territorio e le persone.
Avete partecipato ad un bando pubblico ottendo una parte di finanziamento dalla regione Calabria per l’originalità dell’idea, avete avuto difficoltà a rapportarvi con l’ente pubblico e secondo te quanto può essere aiutata anche dal “privato” la cultura in genere ?
Nessuna difficoltà. La Regione Calabria ha pubblicato nel 2019 il secondo avviso pubblico annuale per l’organizzazione di eventi culturali entro il territorio regionale. Obiettivo dell’avviso è quello di valorizzare il sistema delle consistenze di interesse storico, artistico, naturalistico della Regione per il mezzo della realizzazione di iniziative culturali. Diverse erano le linee di co-finanziamento; la proposta di Open Space, coerente con l’azione 1.3 “Eventi non storicizzati”, è risultata quarta in tutta la Regione e prima su Lamezia Terme.
Il contributo fondamentale della Regione nella realizazzione delle iniziative da solo non basta; le azioni di mecenatismo dei privati molto spesso diventano fondamentali per il conseguimento anche solo di un obiettivo di progetto e in generale per coprire una parte di co-finanziamento privato, in capo al soggetto proponente, previsto dalla formulazione progettuale. Il periodo storico gioca anche in questo caso un ruolo fondamentale: da un lato le iniziative culturali potrebbero favorire un ritorno sul territorio in termini economico-finanziari per le attività imprenditoriali (penso soprattutto alle sponsorizzazioni in servizi di ristorazione e ospitalità) dall’altro, la richiesta di riconoscere un contributo, anche solo simbolico, da parte dei privati, è effettivamente difficile da proporre in quanto sono note le difficoltà economiche concomitanti.
Il privato per Open Space diventa dunque interlocutore fondamentale, stakeholder privilegiato, utile per poter progettare attività mirate e finalizzate a conseguire ricadute positive sul territorio in termini non solo di contenuto culturale ma anche e soprattutto di efficacia attuativa ed efficienza nell’interlocuzione.
La location scelta per la manifestazione è molto suggestiva ed al centro della città avete previsto nei giorni della manifestazione altre location ?
Il cuore del Festival “batterà” all’interno del Chiostro Caffè Letterario al Piano Terra del Complesso Monumentale del San Domenico di Lamezia Terme. Altre attività, quali workshop, laboratori e convegnistica, si terranno presso Palazzo Nicotera-Severisio, sede del Sistema Bibliotecario Lametino e Palazzo D’Aquino sede del TIP Teatro di Scenari Visibili.
Inoltre si sta tentando di organizzare, nelle mattine della tre giorni, “le passeggiate con gli ospiti” all’interno dei luoghi di interesse storico della città, per proseguire le attività di promozione e valorizzazione dei territori e ancor di più soddisfare lo straordinario intento del Dipartimento Istruzione e Attività Culturali della Regione Calabria.
Ad altri organizzatori di eventi visto che comunque voi siete operativi per la programmazione estiva, cosa puoi consigliare per far tornare un po’ di entusiasmo ?
Oltre l’entusiasmo vi è un pubblico, un pubblico che ha bisogno di ritornare nei suoi luoghi della cultura – perché no anche virtualmente – e fruire e cibarsi nuovamente di iniziative. Per tutti noi, operatori culturali, il pubblico è il centro dell’agire, il riferimento unico e solo per poter offrire iniziative sempre più adeguate alle esigenze, ai tempi, ai mutamenti sociali repentini, in questi ultimi mesi ovviamente inevitabili. Lo sguardo dunque è da volgere proprio a quelle sedie o poltrone fisicamente vuote; le riempiremo nuovamente nel rispetto di tutte le misure anticontagio e ponendo al primo posto, in maniera imprescindibile, la tutela della salute. È questo il fulcro della motivazione di Open Space nel proseguire nelle attività di organizzazione e di progettazione. Siamo probabilmente gli ultimi arrivati rispetto a organizzatori di grandi eventi storicizzati culturali e di intrattenimento ma ci sentiamo comunque di condividere con i nostri colleghi operatori culturali la nostra motivazione e la nostra visione nel futuro.-
Speriamo che questa volta “tutto vada bene” abbiamo bisogno di cultura, di socialità, appartiene al nostro vivere quotidiano e la pandemia non potrà distruggere cioè che la democrazia e il progresso degli ultimi decenni ha creato in Italia e non solo.

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