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mercoledì, 27 Novembre, 2024
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Lamezia, vittime incolpevoli di mafia: Presentato il progetto di legge del deputato d’Ippolito (M5S)

Lamezia Terme – Nessun Ente, dalla Regione ai Comuni, in dieci anni hai mai applicato le norme che prevedono la riserva di posti nelle assunzioni per i familiari delle vittime incolpevoli di ‘ndrangheta. E’ la denuncia forte che il deputato del MoVimento 5 Stelle, Giuseppe d’Ippolito ha fatto, questa mattina, nel corso di un incontro pubblico organizzato per illustrare la proposta di legge a sua firma che, tra l’altro, tende proprio a facilitare l’applicazione di norme già esistenti.

All’iniziativa, tenuta nella sede M5S di Lamezia Terme, hanno preso parte significativamente anche Martino Ceravolo, padre di Filippo vittima incolpevole di mafia nel Vibonese, Francesco Cristiano, fratello di Pasquale ucciso il 24 maggio 1991 assieme a Francesco Tramonte, Eugenio Bonaddio collega delle due vittime e, a sua volta, rimasto ferito, il testimone di giustizia Rocco Mangiardi e don Giacomo Panizza della Comunità ‘Progetto Sud’.

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

“La mia iniziativa parlamentare- dice a calabrianews il deputato d’Ippolito – nasce dall’esigenza di dimostrare vicinanza e attenzione concreta ai familiari delle vittime incolpevoli di mafia e parte proprio dal prevedere norme che snelliscono e semplificano le attuali previsioni di legge che riservano posti di lavoro nelle pubbliche amministrazioni. Le mie proposte, dunque, vanno in direzione di garantire un diritto, perchè già previsto da una legge dello Stato, e non un beneficio o un favore per queste persone”.

“Ho scelto, inoltre, di presentare questa mia proposta di legge- aggiunge – proprio in queste ore in cui ricorre l’anniversario della strage di Capaci e il 31esimo anniversario dell’assassinio a Lamezia Terme dei netturbini Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano perchè è fondamentale continuare a coltivare la memoria”.

All’iniziativa ha preso parte anche il genitore di Filippo Ceravolo, il 19enne ucciso per sbaglio a Soriano il 25 ottobre 2012. Il papà, Martino, da dieci anni continua a chiedere giustizia e l’individuazione dei responsabili. La sua, però, è anche un’azione appassionata di rivolta civile: tante, infatti, le iniziative pubbliche alle quali partecipa per sensibilizzare istituzioni e società sui gravissimi effetti che la ‘cultura’ mafiosa ha provocato e continua a provocare.

“Noi- dice a calabrianews- abbiamo fiducia nella magistratura, nel procuratore Gratteri e Falvo, e ci aspettiamo di vedere assicurati alla giustizia gli assassini e i mandanti. Ma oggi siamo qui anche per rivendicare i diritti che ci sono per i familiari delle vittime incolpevoli della mafie, e che non sono applicate. Dalla politica, ringraziando per questo impegno dell’on. d’Ippolito, attendiamo fatti concreti e alla politica diciamo che deve decidere da che parte stare e dimostrare coerenza con i tanti proclami di solidarietà”.

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