Negli ultimi anni il fenomeno dell’incitamento all’odio per discriminazione è divenuto sempre più invadente e corrosivo. Preoccupa la portata globale raggiunta in pochi anni, favorita dalle tecnologie della comunicazione e dall’anonimato che la rete offre. L’estrema pericolosità del discorso d’odio sta nel fatto che scatena pulsioni antisociali potenzialmente capaci di alimentare forme emulative incontrollate“. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in audizione in Commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza in Senato, presieduta da Liliana Segre, sul fenomeno dei discorsi d’odio.
FACEBOOK PER INSULTARE, TELEGRAM PER SCAMBIARE MATERIALE
La titolare del Viminale, dopo aver ricordato che “quello via web è l’unico reato che durante la pandemia ha conosciuto un aumento“, è entrata nello specifico delle piattaforme: “Il social network maggiormente utilizzato per frasi ingiuriose è Facebook. Telegram è invece la piattaforma preferita per la diffusione di materiale multimediale e di informazioni riservate perché consente agli utenti di restare anonimi. La tutela della privacy degli utenti – garantita da Telegram – costituisce una serie difficoltà investigativa per il conseguimento dei reati d’odio“.
LA PROPOSTA DI AGGIORNARE LA LEGGE MANCINO
“La legge Mancino è del 1993, allora non c’era l’istigazione all’odio e tutti gli altri reati in rete. Per questo tenendo conto di quanto si sia evoluta la società, nulla toglie che ci possano essere modifiche”, ha concluso Lamorgese.
(dire.it)