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venerdì, 22 Novembre, 2024
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Le polemiche della vigilia dell’evento, dal centrodestra alla Lav

A Reggio tutto è pronto per il taglio del nastro del Waterfront, l’opera che (dopo anni di opposizione) il sindaco Giuseppe Falcomatà ha eletto a progetto di svolta per la città dello Stretto. Ma la vigilia dell’inaugurazione, che si svolgerà domani pomeriggio a partire dalle ore 18, è prevedibilmente avvelenata. Sin dall’annuncio del finanziamento nel Pnrr l’avanzata dell’amministrazione verso il giorno della consegna – già rinviato una volta – è stato scandito da polemiche e attacchi del centrodestra. Fino a oggi, con il gran rifiuto di Fiamma Tricolore da cui, attraverso il portavoce provinciale Giuseppe Minnella, si fa sapere che all’inaugurazione i rappresentanti del partito non ci saranno. «Domani – dice Minnella – un’amministrazione incapace di progettualità alcuna e mancante di visione del futuro, cercando di nascondere ancora una volta la polvere sotto il tappeto, inaugurerà, in una commistione senza precedenti tra maggioranza e opposizione, il monco Waterfront. Potranno ancora una volta tutti complici, con pochi esclusi, ballare e cantare sul cadavere di un’intera città. A questo spettacolo pietoso, ai tronfi discorsi che seguiranno, ai sorrisi di plastica che distribuiranno, noi non intendiamo partecipare».

Il riferimento dei dissidenti missini a una pax tra schieramenti non lascia molto all’immaginazione. Sul Waterfront ieri era intervenuto il deputato di Forza Italia Francesco Cannizzaro, dichiarando che «ci sarò perché sono di Reggio, il mio cuore è di Reggio, e tutto ciò che riguarda Reggio riguarda anche me» e spiegando di considerare la presenza all’inaugurazione «un dovere istituzionale», oltre ogni polemica politica.

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

Diversamente la pensano da Fiamma Tricolore, chiedendo un’operazione verità sullo stato delle casse comunali e accusando Falcomatà di voler gettare, con il Waterfront, soltanto fumo negli occhi dei cittadini. «Chi ha parlato di “secondo tempo” – dice Minnella – mentiva sapendo di mentire: amministrare una città in queste condizioni non è assolutamente possibile e questa è una verità sì scomoda ma che va confessata ai cittadini! Da anni si tiene, solo per bramosia di potere, una popolazione ostaggio della propria conclamata incompetenza, di disservizi, sporcizia, tassazione spropositata fingendo di tenere in vita un cadavere ormai putrefatto. Assistiamo allo squallido e miserabile tentativo quotidiano di salvare la poltrona a scapito dell’interesse dei cittadini, della loro qualità della vita, dell’immagine e della reputazione di una città intera».

Non si può negare che negli ultimi giorni siano arrivati ai cittadini messaggi contrastanti sulla programmazione dei prossimi mesi. Se da una parte sono stati annunciati lo stanziamento di 200.000 euro per riqualificare con piccola manutenzione la via marina “bassa” (iniziativa che fa il paio con l’atteso progetto dei dehors nella zona superiore del Lungomare, che impensierisce non poco per le conseguenze sulla circolazione), dall’altra si è ufficializzato anche per quest’estate il fermo del tapis roulant, oberato da debiti che fanno scappare una ditta dopo l’altra. La stessa inaugurazione di domani, che vedrà come ospiti big politici, dal presidente facente funzioni della Regione Nino Spirlì al collega in carica pugliese Michele Emiliano, la sottosegretaria Dalila Nesci e il sindaco di Bari e presidente Anci Antonio De Caro, secondo il gossip degli addetti ai lavori avrebbe preso pure qualche due di picche importante…

Una querelle dell’ultima ora intanto è innescata dalla sede reggina della Lav (Lega Antivivisezione), che esprime preoccupazione e dissenso per la realizzazione di un grande acquario all’interno dell’atteso museo del mare di Zaha Hadid. Per la Lav cittadina si tratta di una scelta «assurda e anacronistica» quella di «costruire l’ennesima prigione per animali giustificandone la scelta nel nome della cultura e del turismo. Tra l’altro – aggiungono forme di intrattenimento come gli acquari, si sono quasi sempre rivelati clamorosi flop; la solita logora soluzione jolly tirata fuori quando non si ha voglia di pensare a strategie di crescita economica che valorizzino gli ingredienti naturali dei quali dispongono bellissime aree d’Italia come quella dello Stretto di Messina». Per questo gli animalisti chiedono all’amministrazione di modificare il progetto eliminando l’acquario in favore di altre destinazioni del museo.

Isabella Marchiolo

 

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