I presidi si schierano contro il ritorno a scuola in presenza il 10 gennaio. Secondo quanto riporta “la Repubblica” oltre 600 presidi di tutta Italia (il quotidiano scrive che il numero è destinato ad aumentare) chiedono la didattica a distanza almeno fino al 31 gennaio a causa del dilagare della variante Omicron.
Un “appello urgente per la ripresa delle lezioni a distanza per due settimane” diretto al presidente del consiglio Mario Draghi, al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e ai presidenti di Regioni e Province. “Da due anni lavoriamo incessantemente per garantire un servizio scolastico gravemente provato dalla pandemia, ma a pochi giorni dall’inizio delle lezioni dopo la pausa natalizia, durante la quale non ci siamo mai fermati, stiamo assistendo con preoccupazione crescente all’escalation di assenze”. Sono centinaia i professori positivi, così come il personale scolastico, senza contare quanti non si sono ancora vaccinati e sono al momento sospesi dal servizio.
“Si parla di numeri altissimi, mai visti prima”, scrivono i presidi, numeri che, se sottovalutati, determineranno “insolubili problemi”. Il rischio che pone la riapertura delle aule, dicono, è altissimo.