AGGIORNAMENTO-Andrea Bonafede, l’alias usato da Matteo Messina Denaro, è indagato dalla Procura di Palermo. Dopo l’arresto del latitante padrino della mafia ricercato da 30 anni, ora l’attenzione dei magistrati si sposta sulla rete che ha permesso a Matteo Messina Denaro di nascondersi per tutto questo tempo. Secondo i primi accertamenti l’appartamento in via CB31, a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, che era utilizzato da Matteo Messina Denaro risulta intestato proprio ad Andrea Bonafede, l’alias utilizzato dal boss anche per curarsi alla clinica privata “La Maddalena” di Palermo dove è stato arrestato. Bonafede ora risulta iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di favoreggiamento aggravato e associazione mafiosa.
Andrea Bonafede starebbe parlando con i magistrati e avrebbe fatto mezze ammissioni dicendo di conoscere il capomafia fin da ragazzo e di essersi prestato a comprare, con i soldi del padrino, la casa in cui questi ha passato l’ultimo anno.
Secondo il comandante provinciale dei carabinieri di Trapani, Fabio Bottino, Matteo Messina Denaro abitava da almeno sei mesi nell’immobile individuato come “covo” e perquisito dai carabinieri. “Un appartamento, ben ristrutturato, che testimonia che le condizioni economiche del latitante erano buone. Arredamento ricercato, di un certo tenore, non di lusso ma di apprezzabile livello economico – spiega Bottino – Perquisizioni e accertamenti sono in corso. Stiamo rilevando la presenza di tracce biologiche, di eventuali nascondigli o intercapedini dove può essere stata nascosta della documentazione. Un lavoro per il quale occorreranno giorni”.