La guardia di finanza di Bergamo ha sequestrato 19 auto a Delio Belotti arrestato a novembre scorso insieme ad altre persone per estorsione e sequestro di persona. Un’intercettazione è stata messa al vaglio dal giudice per le indagini preliminari Federica Gaudino. È il passaggio di una telefonata tra l’indagato Delio Belotti e sua figlia in cui il trafficante d’auto, 66 anni, attualmente in carcere consiglia di cambiare regione per riscuotere crediti per la sua “attività”. Ecco il dialogo che ha fatto scattare il sequestro preventivo ai fini della confisca di 19 auto riconducibili a Belotti. Sono state trovate tre Porsche Cayenne, una Bmw Serie 7, un’Audi A6 e poi Volkswagen, Fiat, Nissan, Smart, persino un automezzo da soccorso stradale Renault. Valore complessivo 97.900 euro. I due intercettati parlavano così:
Belotti: «Basta menarli…». La figlia: «Ma poi sono napoletani, cosa gli dici tu, niente…». Belotti: «Io ho i calabresi che sono peggio di loro. Avevo due napoletani che facevano i gagà, hanno preso di quelle botte… Quelli lì sono quelli che comandano (i calabresi, ndr), mica i napoletani». La figlia: «No, io mi riferisco». E Belotti: «No, ascolta, i napoletani chiacchierano e basta».
Per tale incombenza sarebbe stato assoldato il campano Di Lorenzo, rimpiazzato qualche tempo dopo, ricostruiscono le indagini, dal pluripregiudicato calabrese Giuseppe «Pino» Romano, a cui avrebbe ceduto «per fargli un favore» un’auto di grossa cilindrata, e dai suoi nipoti, finiti in cella con lui lo scorso autunno (anche Pino Romano è detenuto per una pena da scontare, oltre che per una nuova ordinanza di custodia cautelare legata a una maxi operazione anti ‘ndrangheta).
“Meglio i calabresi dei campani”, “Basta menarli”: Regole e metodi della ‘ndrangheta in provincia di Bergamo
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