(Adnkronos) – Il protocollo rigido da rispettare nei solenni saloni del Quirinale, la musica solitamente suonata e cantata negli stadi, nei palasport o semplicemente nei palchi allestiti d'estate nelle piazze di paesi grandi e piccoli dal Nord al Sud dell'Italia, da 'Volare' a 'I Watussi' fino ad 'Anima mia'. E i Corazzieri che fanno da cornice al Capo dello Stato insieme a 'I Cugini di campagna'. Ingredienti da dosare e utilizzare con cura per evitare il rischio di maionese impazzita e che invece hanno contribuito a creare un cocktail particolarmente gradevole. Soprattutto gradito dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che questa mattina ha ospitato nel sala di Augusto, usata come sala del Trono da Pio IX e dai re d'Italia, l'Associazione fonografici italiani per il 75/mo anniversario della fondazione.Ā La stessa etĆ della Costituzione, una "coincidenza causale" ma "non senza significato" ha notato il Capo dello Stato, prendendo la parola dopo il presidente dell'Afi, Sergio Cerruti ("entrambi abbiamo un bellissimo nome", ha detto rivolgendosi al Presidente) e il Maestro Beppe Vessicchio. Come infatti la Carta "con i valori che esprime, orienta il nostro Paese e dĆ senso alla vita sociale" dello stesso, cosƬ "la collaborazione dellāarte, della musica ĆØ davvero di fondamentale importanza nel dare senso alla vita sociale. PerchĆ© le emozioni che suscita, i sentimenti positivi che induce ad avere e a nutrire, sono un contributo decisivo per la vita del nostro Paese, orientandolo secondo i valori della Costituzione. Quelli di convivenza serena, di solidarietĆ , di vicinanza reciproca, di impegno comune". Ā "Per questo direi che, di fronte a quella domanda -piuttosto barbarica- rivolta a un giovane artista, 'ma poi che lavoro fai?', la risposta non puĆ² che essere 'uno dei lavori piĆ¹ belli della vita e dei piĆ¹ importanti per la vita sociale'". Ā PerchĆØ la musica "ĆØ un rifugio dalla realtĆ . Ma ĆØ anche un modo di esservi dentro in maniera piena, facendola comprendere meglio, interpretandola, amplificandone il valore e la portata". Non solo. "Lāarte, la musica -come la cultura in generale- non tollerano confini. Superano ogni confine. Come si fa -sottolinea Mattarella- a frenare la musica alla frontiera? Ecco, questo messaggio che unifica, che crea connessioni āappunto- non soltanto allāinterno della societĆ ma nella dimensione internazionale, ĆØ un grande valore di contributo alla vita internazionale", soprattutto in una fase storica "in cui la dissennatezza delle tensioni internazionali ci pone di fronte a guerre, ad aggressioni, a orribili atti di terrorismo, a spirali di violenza".Ā Ma "lāarte non tollera confini anche al suo interno. Come si fa a distinguere la musica dalla poesia di un bravo paroliere? Come si fa a distinguere tra i vari ambiti?" Il Capo dello Stato, guardando la platea che ascolta le sue parole, nota che "vi sono cantanti; vi sono autori; vi sono parolieri; vi sono compositori; vi sono complessi; vi sono cantanti solisti; vi sono operatori del settore; vi sono imprenditori del settore. Ecco, tutto questo non ha un confine nitido allāinterno. Tra di voi cāĆØ chi ĆØ stato, insieme, cantante e attrice, cantante e attore, cantante e compositore o compositrice: una quantitĆ di dimensioni diverse che dimostrano quanto lāarte sia refrattaria, incompatibile con i confini. Anche allāinterno delle varie specialitĆ , nelle varie vocazioni".Ā E nella sala di Augusto sono veramente in tanti quelli che hanno segnato la storia della musica italiana nei 75 anni trascorsi e continuano a farlo: da 'I Cugini di campagna' ad Aleandro Baldi, da don Backy ai 'Matia Bazar', dai Jalisse a Gatto Panceri, da Mal ai 'Neri per caso', da Amedeo Minghi a Edoardo Vianello, da Mario Lavezzi fino ad arrivare don Marco Frisina, le cui melodie risuonano abitualmente nelle messe domenicali.Ā CosƬ, terminati discorsi e saluti ufficiali e dopo un omaggio al Maestro Morricone, gli ospiti lasciano i posti assegnati dal cerimoniale e si stringono attorno a Mattarella e cantano per lui l'intramontabile 'Volare', accennano alcune note di successi come 'Anima mia', intonano 'I Watussi' senza varcare i confini del politicamente corretto. Ā Il Capo dello Stato sorride e ringrazia, divertito e compiaciuto. Del resto, ricorda "io sono un poā piĆ¹ vecchio di 75 anni, quindi ricordo bene i solchi in vinile, i 78 giri, con una canzone soltanto per lato; e poi i preziosi 45 giri. E poi il traguardo, che sembrava definitivo, dei 33 giri, con tante canzoni su entrambi i lati, che riempivano una serata". Ā "Cambiano gli strumenti, le condizioni, i mezzi, ma non cambia la musica. Questa ĆØ la garanzia di continuitĆ della civiltĆ . Mai aver timore delle innovazioni, delle novitĆ . La storia ĆØ fatta di questo, del coraggio delle innovazioni. Ma quello che rimane -conclude Mattarella- ĆØ il complesso dei valori. E la musica ĆØ tra questi valori fondamentali". (di Sergio Amici) Ā —[email protected] (Web Info)
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