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sabato, 23 Novembre, 2024
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‘Ndrangheta, confisca beni per un valore di 2 milioni di euro a imprenditore toscano

I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze hanno dato esecuzione a un decreto di confisca ai sensi del Codice Antimafia del valore di oltre 2 milioni di euro, nei confronti di un imprenditore 55enneĀ domiciliato in provincia di Firenze. In esito alle indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Firenze, era infatti emersa, sia la condizione della pericolositĆ  sociale del predetto imprenditore – gravemente indiziato dei reati di riciclaggio e autoriciclaggio ā€“ sia una forte sproporzione tra il valore dei beni di cui aveva la disponibilitĆ  – anche per interposta persona – e il reddito dal medesimo dichiarato.

Sulla base delle risultanze emerse, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze ā€“ Proc. Agg. Dott. Luca Tescaroli, Sost. Proc. Giuseppina Mione e Fabio Di Vizio ā€“ avanzĆ² a suo tempo richiesta di applicazione della misura patrimoniale e lā€™Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale di Firenze ā€“ Presidente Dott. Raffaele Dā€™ISA ā€“ valutando la sussistenza dei requisiti di legge, di seguito ai provvedimenti di sequestro patrimoniale eseguiti nel 2019 e nel 2020, ha recentemente disposto anche la confisca degli stessi beniĀ In particolare, allā€™imprenditore e ad alcuni dei suoi familiari sono stati confiscati una ventina tra conti correnti, libretti di deposito, carte prepagate, strumenti finanziari e polizze vita, 6 autoveicoli, 3 aziende – operanti nel settore della lavorazione delle pelli – con sedi a Reggio Calabria e Pisa, il 50% delle quote societarie di altra societĆ  del settore alimentare con sede a Catanzaro, nonchĆ© 8 immobili, tra i quali uno a Tenerife (Spagna).

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I provvedimenti patrimoniali eseguiti traggono origine dallā€™operazione ā€œVello dā€™Oroā€ che, coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze e condotta dalla Guardia di Finanza e dallā€™Arma dei carabinieri, nel febbraio 2018 aveva portato allā€™arresto di 14 persone tra la Calabria e la Toscana, per reati che vanno dallā€™associazione per delinquere allā€™estorsione, dal sequestro di persona allā€™usura, dal riciclaggio allā€™abusiva attivitĆ  finanziaria, dallā€™emissione di fatture per operazioni inesistenti al trasferimento fraudolento di valori, anche con lā€™aggravante del metodo mafioso.

Nellā€™ambito dellā€™indagine era stato ricostruito un apposito sistema criminale, volto, da un lato, a riciclare i soldi illecitamente acquisiti da due consorterie criminali calabresi e una campana e, dallā€™altro, a creare riserve occulte di contante presso varie aziende toscane. Nel contesto erano state attenzionate alcune societĆ , riconducibili allā€™imprenditore, che avevano ā€œveicolatoā€ capitali illeciti, di fatto in raccordo tra le societĆ  coinvolte e il sodalizio criminale contiguo alle famiglie ā€˜ndranghetiste dei ā€œB.ā€ e dei ā€œN.ā€, attive nella zona del litorale jonico della provincia di Reggio Calabria, nonchĆ© personaggi collegati al clan camorristico ā€œL.R.ā€, dellā€™area nord della cittĆ  di Napoli. Il provvedimento odierno si inserisce in una piĆ¹ ampia strategia istituzionale, basata sul coordinamento dellā€™Ufficio della Procura di Firenze per le misure di prevenzione e per il contrasto ai patrimoni illeciti anche di provenienza mafiosa, diretto dal dottor Giuseppe Creazzo, volto a contrastare, anche attraverso lā€™applicazione della normativa antimafia, lā€™infiltrazione criminale dellā€™economia legale.

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