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domenica, 24 Novembre, 2024
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‘Ndrangheta nel vibonese: 11 misure cautelari-NOMI

Il Tribunale di Catanzaro ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo ed eseguita dal ROS e dal Comando Provinciale Carabinieri di Vibo Valentia, nei confronti di 11 soggetti, indagati (in particolare 8 in carcere, di cui 1 in Ungheria, e 3 destinatari della misura interdittiva del divieto di esercitare attivitĆ  imprenditoriali o uffici direttivi di persone giuridiche) per associazione di tipo mafioso, riciclaggio internazionale, trasferimento fraudolento di valori, truffa internazionale e altri reati. L’operazione continua quanto fatto nell’ambito del processo “Rinascita-Scott” che aveva consentito, nel 2019, di individuare 334 individui collegati alla ‘ndrangheta. Lā€™indagine – sviluppata in un articolato contesto di cooperazione internazionale di polizia e giudiziaria con autoritĆ  ungheresi, cipriote, francesi, danesi e britanniche e giudiziaria con il coordinamento di Eurojust – si ĆØ avvalsa inoltre della collaborazione dellā€™UnitĆ  di informazione finanziaria (UIF) della Banca dā€™Italia e del supporto finanziario dal progetto @ON.

I nomi degli 11 indagati
In carcere
Giovanni Barone 53 anni nato a Roma residente a Milano
Basilio Caparrotta 61 anni di Santā€™Onofrio
Basilio Caparrotta 51 anni di Santā€™Onofrio
Gerardo Caparrotta 54 anni di Vibo Valentia
Giuseppe Fortuna 45 anni di Tropea residente a Filogaso
Giuseppe Fortuna 59 anni di Vibo Valentia
Gaetano Lo Schiavo 34 anni di Pizzo
Edina Margit Szilagyi 55 anni nata a Budapest
Divieto di esercitare la professione
Saverio Boragina 70 anni di Vibo Valentia
Annamaria Durante 46 anni nata a Vibo Valentia residente a Milano
Eva Erzsebet Szilagyi 53 anni di Budapest

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

Lā€™operazione costituisce prosecuzione dellā€™indagine Rinascita-Scott, eseguita il 19.12.2019 dal ROS che – oltre a fornire ulteriore conferma dellā€™unitarietĆ  della ā€˜ndrangheta, al cui interno le articolazioni territoriali (locali/ā€˜ndrine) godono di unā€™ampia autonomia operativa, seppur nella comunanza delle regole e nel riconoscimento dellā€™autoritĆ  del crimine di Polsi (RC) – aveva consentito di ricostruire gli assetti della ā€˜ndrangheta presenti nel vibonese, attingendo 334 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, detenzione di armi, traffico di stupefacenti, truffe, turbativa dā€™asta, traffico di influenze e corruzione.

Lā€™odierna indagine – corroborata da intercettazioni e propalazioni di diversi collaboratori di giustizia – ha documentato lā€™appartenenza allā€™articolazione territoriale di ā€˜ndrangheta attiva su Santā€™Onofrio (VV) di quattro soggetti uno dei quali, per agevolare le attivitĆ  di riciclaggio in favore della cosca, ha costituito una serie di societĆ  di diritto italiano, ungherese e cipriota, fittiziamente intestate a terzi soggetti. In tale contesto ĆØ stato colpito da mandato dā€™arresto europeo un avvocato ungherese risultato intestatario del 50% delle quote societarie di una delle predette societĆ . Sono state anche ricostruire le dinamiche sottese ad una truffa, consumata nel 2017 dallā€™articolazione mafiosa, a danno di investitori omaniti che hanno versato la somma di 1 milione di euro dietro la promessa di ottenere il 30% delle quote di una societĆ  cui era riconducibile un compendio immobiliare in Budapest. ƈ stato eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni e societĆ  per un valore di circa 3 milioni di euro (il provvedimento ha riguardato 5 societĆ  immobiliari (4 delle quali sedenti a Budapest e una a Milano), 2 immobili a Pizzo (VV), uno yacht intestato a una societĆ  ungherese, 4 veicoli immatricolati in Italia nonchĆ© rapporti finanziari e conti correnti italiani e ungheresi).

Lā€™esecuzione del mandato dā€™arresto europeo ĆØ stata garantita dal supporto della Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (progetto Ican), mentre il sequestro delle societĆ  e dei conti localizzati in Ungheria ĆØ coordinato da Eurojust e, nellā€™ambito del reciproco riconoscimento dei provvedimenti reali, si tradurrĆ  in un congelamento di beni. Gli indagati sono da considerarsi non colpevoli fino a sentenza di condanna divenuta irrevocabile.

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