L’avvocato del Foro di Aosta Maria Rita Bagalà, 52 anni, si è avvalsa della facoltà di non rispondere, questa mattina 10 maggio, davanti al gip durante l’interrogatorio per rogatoria.
E’ indagata nell’ambito dell’inchiesta ‘Alibante’ anti ‘Ndrangheta, condotta dalla Dda, di Catanzaro, con la supervisione del Procuratore Nicola Gratteri.
Il legale difensore Mario Muroneha specificato all’Agenzia Ansa: “Come previsto, ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere. Per ora, non abbiamo ancora chiesto il riesame perché non abbiamo potuto visione gli atti a parte l’ordinanza. Ci è stato dato un cd che avrebbe dovuto contenere gli atti di indagine, ma non si apre. Anche per questo motivo, non avremmo potuto fare scelte diverse da quelle fatte oggi”.
Secondo quanto appurato dagli inquirenti, Maria Rita Bagalà, figlia di Carmelo, considerato il capo del clan, “partecipava alla cosca”, garantendo “l’amministrazione dei diversi affari illeciti”, come scrive il gip di Catanzaro Matteo Ferrante.
L’avvocato Bagalà, oltre a essere considerata la “mente legale del clan”, curava gli “interessi economici e finanziari del sodalizio”.
Aveva, inoltre, assunto il ruolo di prestanome della società Calabria Turismo srl ed era intestataria dei beni patrimoniali e delle quote societarie della consorteria “costituenti il provento illecito delle varie attività svolte dal clan”.
Il legale della donna respinge le accuse e sostiene: “Le operazioni sono state fatte tutte in maniera trasparente“.