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martedì, 4 Febbraio, 2025
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Neonata rapita, dai genitori di Sofia diffida (con ulteriore integrazione) alla clinica ‘Sacro Cuore’

La famiglia della piccola Sofia, la neonata rapita lo scorso 21 gennaio dalla clinica ‘Sacro Cuore’ di Cosenza e poi ritrovata dopo qualche ora a casa di Rosa Vespa, ha diffidato la struttura sanitaria di proprietà della società “IGreco-Ospedali riuniti S.r.l.” ed è pronta “con ulteriore integrazione di querela”. L’aspetto al momento evidenziato è quello “della omessa custodia e vigilanza dei pazienti ricoverati, con particolare riferimento ai minori neonati, considerato il sequestro di persona subito dalla neonata e il danno cagionato alla degente Valeria Chiappetta nonché al papà e all’intera famiglia Cavoto“. I Legali della giovane coppia specificano che non si escludono ulteriori integrazioni di querela da porre all’attenzione del Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Tridico, che si occupa del caso, in ordine a possibili condotte penalmente rilevanti e riconducibili sempre alla Clinica, all’esito delle attività di indagine difensive in corso, sulle quali continuano a mantenere stretto riserbo.

Come si ricorderà Rosa Vespa, la donna in carcere con l’accusa di sequestro di persona, sarebbe entrata nella clinica dall’8 gennaio al 21 gennaio (ovvero dal giorno del finto parto al giorno del rapimento) con una media di almeno due volte al giorno. Come è possibile che sanitari e personale non si siano mai accorti di nulla?. Questa è la domanda ancora senza risposte.

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Ora la famiglia di Sofia è pronta a procedere in via legale. L’avvocata Chiara Penna a Fanpage.it precisa: Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione da parte della Clinica. La madre di Sofia non ha ricevuto scuse da chicchessia. Ho seguito qualche intervista rilasciata dall’indagato, ma non mi pare abbia mai manifestato alcuna forma di vicinanza nei confronti della famiglia. La famiglia di Sofia sta cercando di affrontare al meglio quanto accaduto, dedicandosi principalmente ai bambini. Certo Sofia non meritava di iniziare la sua vita con questa esperienza. Motivo per cui i genitori preferiscono dedicarsi ai loro affetti e a non esporsi pubblicamente. Lo hanno fatto doverosamente i giorni dopo l’accaduto, anche per ringraziare quanti si sono mobilitati, ma ora ci siamo noi avvocati, che abbiamo il compito non solo di difenderli ma di proteggerli. Per il resto, con il collega, daremo seguito a tutte le azioni possibili, sia in sede civile che penale per tutelare i loro diritti nei confronti di chiunque sia coinvolto nella vicenda. Nessuno escluso. Da qui la decisione di diffidare IGreco – Ospedali riuniti S.r.l.:

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