C’è un sospettato nelle indagini sull’ omicidio di Pietro Sanua il venditore ambulante e sindacalista di 46 anni ucciso a colpi d’arma da fuoco a Corsico, alle porte di Milano, il 4 febbraio 1995 mentre era nel suo furgone con il figlio. Un nuovo tracciato che porta dritto in Calabria, precisamente al Oppio Mamertino. Il 57enne, infatti, è indagato per il delitto rimasto irrisolto da 28 anni Vincenzo Ferrari, residente nel comune in provincia di Reggio Calabria. In relazione all’uomo – che secondo gli inquirenti avrebbe partecipato “alla fase organizzativa ed esecutiva dell’omicidio Sanua” – la Dda di Milano ha disposto una perquisizione effettuata dalla squadra mobile diretta da Marco Calì.
Fratello di ex latitante Giuseppe Ferraro, l’indagato – secondo il pm – insieme a una persona ancora non identificata si sarebbe trovata a bordo della Fiat Uno che all’alba del 4 febbraio 1995 ha incrociato il furgone proveniente da Sanua. L’auto – si legge nell’atto di accusa provvisorio – avrebbe compiuto “un’improvvisa inversione a U nello stesso senso di marcia del furgone. Una volta arrivati all’altezza di via Di Vittorio di Corsico, da Fiat Uno uno dei due occupanti è sceso e, armato di fucile, ha sparato due colpi contro la cabina del furgone, uccidendo Sanua con un colpo alla testa”.
Secondo l’ipotesi investigativa, formulata dal sostituto procuratore di Milano Alessandra Dolci, il mandante del delitto sarebbe stato Gaetano Suraci oggi deceduto. In Calabria, la Questura ha perquisito due appartamenti a disposizione di Vincenzo Ferraro, difeso dall’avvocato Francesco Siclari, alla ricerca di “documentazione cartacea, fotografie o altro materiale attestante le denunce che l’indagato, nel periodo antecedente, successivo o successivo alla data di l’omicidio, da lui avuto con Gaetano Suraci e con la famiglia di quest’ultimo, nonché documentazione attestante il possesso di una Lancia Thema”.