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sabato, 11 Gennaio, 2025
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VIDEO-Operazione antidroga in Lombardia: 30 ordinanze cautelari anche tra affiliati a ‘ndrangheta

La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano ā€“ Direzione Distrettuale Antimafia, ha eseguito 25 ordinanze di custodia cautelare in carcere e ulteriori 5 ordinanze di arresti domiciliari. I provvedimenti, emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Milano, riguardano 30 persone residenti in Lombardia, Piemonte e Calabria. I reati contestati sono vari: associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga con l’aggravante dell’associazione armata, usura, estorsione con aggravante del metodo mafioso, autoriciclaggio legato al riuso dei proventi dello spaccio per l’acquisto di locali e finanziamento di societĆ . E, ancora, intestazione fittizia, indebita percezione di erogazioni pubbliche in relazione all’ottenimento di mutui attraverso fondi di garanzia con presentazione di documentazione falsa. In quest’ultimo caso una delle societĆ  era stata utilizzata per ottenere un finanziamento da circa 700mila euro garantito dal Ministero.

Durante il blitz il gip ha da subito convalidato un decreto di sequestro preventivo d’urgenza, permettendo cosƬ il sequestro di 690mila euro in contanti nascosti nel doppiofondo di un’auto. Una fitta rete strutturata gerarchicamente in cui ognuno aveva un ruolo preciso, dallā€™apice ai fattorini. Un sodalizio criminale dove hashish, cocaina e marijuana venivano fornite, confezionate, immesse sul mercato. E un sistema preciso volto a eludere i controlli specialmente nel trasporto.

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

Come riportato da QuiComo, tra gli affiliati delle due associazioni molti gravitano negli ambienti della ‘ndrangheta nella provincia di Como, tra Erba, Canzo e la bassa comasca. A Cislago, nel varesotto, c’era in pianta stabile un distributore di benzina gestito fino a qualche mese fa da uno dei presunti boss arrestati. Qui si poteva acquistare la droga, in particolare la cocaina, anche utilizzando la tessera del reddito di cittadinanza. L’operazione era molto semplice: il cliente arrivava alla pompa del carburante e faceva finita di fare il pieno. Al momento di pagare e invece del bancomat passava al gestore (che, ricordiamolo era un boss narcotrafficante) la carta del reddito da cui venivano scalati i soldi. La benzina era invece raccolta in dei bidoni a parte e poi rivenduta nel mercato nero.

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