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domenica, 1 Dicembre, 2024
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VIDEO-Operazione “Cavallo di Troia”: arresti e sequestri in Calabria e Piemonte

Provvedimenti a carico di 8 persone

Nei giorni scorsi, militari della Guardia di Finanza di Torino, con il coordinamento della Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, nellā€™ambito dellā€™operazione denominata ā€œCavallo di Troiaā€, hanno eseguito nelle provincie di Torino, Asti e – avvalendosi della collaborazione di colleghi del Gruppo Locri – di Reggio Calabria, unā€™ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 2 soggetti, nonchĆ© il provvedimento di sequestro preventivo, per 2,5 milioni di euro, a firma del Giudice per le indagini preliminari del locale Tribunale, emesso, complessivamente, a carico di 8 persone (una delle quali, allo stato, irreperibile) tutte ritenute responsabili, a vario titolo, di reati fiscali, fallimentari ā€“ aggravati dallā€™agevolazione mafiosa ā€“ e, per 2 di loro, anche di concorso nellā€™associazione mafiosa denominata ā€œndranghetaā€.

Lā€™attivitĆ  di polizia giudiziaria, che trae linfa dalle risultanze di una verifica fiscale svolta dallā€™Agenzia delle entrate, ĆØ stata condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria Torino ed ha consentito di individuare

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3 societĆ  operanti nel settore edilizio, ritenute essere poste al servizio di esponenti della ā€˜ndrina BONAVOTA, radicata nel territorio di Carmagnola (TO) e collegata allā€™omonima cosca calabrese. PiĆ¹ in dettaglio, lo sviluppo di risultanze investigative emerse nellā€™ambito dallā€™operazione ā€œCarminiusā€, condotta nel 2019 dal medesimo Reparto del Corpo, ha permesso di disvelare collegamenti tra coloro che gestivano, in concreto, le citate imprese ed i membri del sodalizio ā€˜ndranghetista.

Sulla base del quadro accusatorio delineatosi nel corso delle investigazioni, allo stato in fase di indagini preliminari e fatte salve le successive valutazioni di merito, gli indagati risulterebbero aver gestito le suddette imprese, anche tramite lā€™utilizzo di prestanome, forti dellā€™appoggio fornito loro dalla cosca in grado di garantire importanti commesse per la realizzazione di opere nonchĆ© la ā€œprotezioneā€ in caso di difficoltĆ . Gli stessi, abbattendo fittiziamente i debiti tributari e previdenziali, avrebbero attuato, altresƬ, una sorta di doping fiscale, risultando cosƬ avvantaggiati rispetto alla concorrenza delle aziende operanti nei medesimi settori.

Lā€™operazione delle Fiamme Gialle avrebbe consentito, inoltre, di delineare un modus operandi connotato da continuative e sistematiche condotte caratterizzate dal depauperamento dei patrimoni aziendali, lasciando da un lato le imprese in una situazione di completa spoliazione delle risorse, anche destinate al pagamento di stipendi e contributi dei dipendenti e, dallā€™altro, destinando parte dei profitti dei reati perpetrati alla criminalitĆ  organizzata.

Tra i destinatari dei sequestri patrimoniali figurano anche due professionisti, uno dei quali ā€“ ristretto in carcere ā€“ avrebbe agito, di fatto, quale referente tecnico per lā€™attuazione dei meccanismi di frode. Lo stesso, in tutto e per tutto asservito a logiche delinquenziali, avrebbe falsamente asseverato le dichiarazioni fiscali relative agli anni dal 2014 al 2017, apponendo visti di conformitĆ  al di fuori di ogni abilitazione formale e nella radicale mancanza di qualsivoglia documentazione idonea a giustificare, sostanzialmente, i dati indicati nelle dichiarazioni. ƈ stato possibile, in tal modo, realizzare un articolato sistema di evasione fiscale, protratto fino al 2019, mediante lā€™impiego di crediti IVA inesistenti utilizzati per compensare, indebitamente, gli oneri previdenziali derivanti dallā€™utilizzo di lavoratori dipendenti, per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro.

Lā€™operazione in rassegna conferma, tangibilmente, lā€™importanza dellā€™azione quotidianamente svolta dalla Guardia di Finanza nel contrasto alla criminalitĆ  organizzata, alle condotte di evasione e frode fiscale nonchĆ© nellā€™aggressione dei patrimoni illecitamente costituiti dai soggetti dediti ad attivitĆ  criminose che, sottraendo risorse alla collettivitĆ , ostacolano le prospettive di ripresa e di rilancio del Paese, ā€œinquinanoā€ il tessuto economico-produttivo, alterano la concorrenza del mercato e, non da ultimo, danneggiano gli imprenditori onesti e rispettosi delle regole.

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