“Crediamo di aver dimostrato questa notte un sistema capillare e sistematico di controllo di tutte le attività alberghiere e turistiche di tutta la provincia di Vibo e in particolar modo Tropea e i paesi vicinie l’indotto”. Parole del procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa a margine dell’operazione “Olimpo” che ha portato a 56 arresti (41 in carcere e 15 ai domiciliari), in tutto 78 indagati. “Un’indagine nella quale ci sono prove, non gravi indizi di colpevolezza. Grazie ad intercettazioni ambientali, telematiche e telefoniche. Ci sono le voci degli arrestati di questa notte, sequestri di beni, pedinamenti effettuati”. “La ‘ndrangheta chiedeva la tangente per qualsiasi attività, finanche il controllo sul porto di Tropea. Tangenti da 20mila euro al mese”- ha spiegato ancora Gratteri.
“Questa operazione dimostra la presenza delle cosche ma anche la presenza dello Stato e la capacità della Procura distrettuale di Catanzaro e della polizia a contrastare questo strapotere. L’indagine di oggi – ha spiegato Gratteri – è importantissima non solo per il numero degli arrestati ma soprattutto per il livello probatorio, un livello altissimo perché noi attraverso le intercettazioni di vario tipo siamo riusciti ad acquisire prove dirette, dalla voce degli attori protagonisti, di richieste in chiaro di estorsioni, e stiamo parlando di estorsioni di 20mila euro al mese. E stiamo parlando di una organizzazione mafiosa e di una ‘ndrangheta di serie A che controllava tutta l’attività turistica di Tropea e centri limitrofi e l’indotto di queste attività, con connessioni che portano fino alla Germania, attraverso anche la compiacenza di enti pubblici”.
“Infatti – ha rilevato il procuratore di Catanzaro – qualcuno degli indagati che aveva delle connessioni con la pubblica amministrazione e con la Regione Calabria, anche se ora in pensione, che ha consentito e facilitato questo business per far ottenere contributi regionali che provenivano dalla Comunità europea. Quindi un’operazione molto seria”.
Gratteri si è soffermato anche sul tema delle poche denunce, osservando che “non è semplice denunciare, ancora dobbiamo fare passi avanti e passi importanti, ma io sono fiducioso”, ha rilevato il procuratore, che parlato di “una rivoluzione soprattutto nel distretto di Vibo come di Crotone ma anche a Cosenza e nella stessa Catanzaro, isola felice dove si diceva non accadeva nulla, abbiamo fatto cose importanti. Ce la stiamo mettendo tutta, e tutto questo miracolo è stato possibile perché siamo stati credibili, perché i vertici delle forze dell’ordine ci hanno dato credito e ci hanno mandato gli uomini migliori”, ha sottolineato.