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mercoledì, 23 Aprile, 2025
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Parte la piattaforma vaccinale on line ma le prenotazioni sono in poli a 100 km da casa

E’ partita con molti difetti in Calabria la piattaforma on line gestita da Poste Italiane per prenotare il vaccino anti Covid. Dopo l’ok dell’unità di crisi avremmo potuto essere regione virtuosa (una delle poche, insieme ad Abruzzo, Marche, Basilicata e Sicilia ad avere attivato il servizio), invece la gestione sta già suscitando perplessità.

La prenotazione può essere effettuata collegandosi all’indirizzo http://prenotazioni.vaccinicovid.gov.it, raggiungibile anche attraverso il sito web della Regione Calabria e il portale www.rcovid19.it.
Ma dopo giorni di inattività del sito, adesso chi è riuscito a mettersi in lista scopre di dover andare fuori dal proprio comune di residenza per sottoporsi alla vaccinazione. Si tratta soprattutto di anziani ultra 80 e 70enni insieme a soggetti con fragilità – gli aventi diritto di questa fase del piano vaccinale, insieme a personale delle scuole e delle forze dell’ordine – a cui si propongono appuntamenti molto distanti da casa, anche cento chilometri.

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Tra i primi a segnalare la situazione, il sindaco di Cerisano Lucio Di Gioia si è sfogato con amarezza sulla sua pagina Facebook: “Abbiamo speso soldi, allestito un funzionale centro vaccinale, formato personale, effettuato prenotazioni e, soprattutto, dato prova di grande efficienza e capacità… e ora ci costringono a mandare le persone fragili e vulnerabili in giro per la provincia, a prenotarsi su una piattaforma regionale. Quale burocrate ha deciso questa novità, quali reali interessi economici ci sono; chi si diverte così tanto con la nostra, con la mia gente. Possibile che tutto venga deciso sulla nostra testa?”

In tanti nelle varie province stanno testimoniando questo disagio. La disponibilità di sedi per la somministrazione dei vaccini è stata offerta da molti enti locali, ma non si tratta di strutture inserite ancora ufficialmente nel piano regionale, dunque non si trovano nella piattaforma. Ugualmente, in un momento in cui gli spostamenti dovrebbero essere ridotti al minimo, è assurdo che anziani e altri aventi diritto all’immunizzazione prioritaria perché sofferenti di patologie gravi vengano costretti a viaggiare. Qualcuno, inoltre, potrebbe non avere mezzi per raggiungere zone lontane, dovendo rinunciare al turno. Il paradosso è stato rilevato anche dal movimento DeMa: “Molte realtà comunali, soprattutto dei piccoli borghi, hanno dimostrato capacità ed umanità nell’organizzare la prima fase di vaccinazione per gli over 80, allestendo centri vaccinali efficienti, investendo importanti risorse in formazione del personale ed attrezzature e gestendo la fase delle prenotazioni in modo eccezionale. Ora viene chiesto alle persone fragili e vulnerabili di prenotarsi non più tramite i centri comunali ma attraverso una piattaforma che li smista in centri vaccinali sparsi per la provincia con tempistiche sulla somministrazione molto discutibili”.

Sull’argomento il consigliere regionale Graziano Di Natale ha presentato un’interrogazione al presidente facente funzioni della giunta, chiedendosi: “Perché un cittadino residente a Paola o ad Amantea o a Diamante ritenuto fragile, deve prenotarsi e ricevere la dose a Cosenza se ha la possibilità di farlo nel proprio comune? È una situazione che mortifica ed ignora il lavoro svolto sui territori. La giunta regionale è in confusione”.

In realtà la piattaforma per la prenotazione, che è nazionale, avrebbe dovuto essere usata sin dall’inizio della campagna, per consentire a tutti di prenotarsi individualmente nel pieno diritto alla privacy. Ma non è avvenuto in nessuna regione, a causa del ritardo nell’attivazione del portale che aveva obbligato ad altre soluzioni con numeri verdi regionali a cui rivolgersi (tutt’ora validi). Nei fatti in pochi lo hanno fatto da soli, poiché al momento sono vaccinabili ultraottantenni e categorie a rischio (i quali, non essendo sempre in grado di provvedere da sé, si sono messi in lista tramite i medici di base disponibili o persino amici e parenti, alla faccia della riservatezza). E con la partenza della piattaforma, tra chi si era prenotato con il numero verde e non ha ancora ricevuto il vaccino, molti hanno lamentato l’annullamento propria data, dovendo ora rifare tutto. Di certo è un lavoro non semplice, ma le Asp sono chiamate a reinserire con precedenza chi era già in lista con il vecchio sistema.

Per docenti e personale Ata, invece, in alcune zone la campagna (annunciata al via dallo scorso 10 marzo) non è iniziata, mentre in altre è stata commessa una gaffe imbarazzante: dalle Asp venivano contattati i vari istituti chiedendo elenchi nominativi dei docenti che volevano vaccinarsi, procedura che poi lo stesso ufficio scolastico regionale ha precisato essere erronea, appunto per tutela della riservatezza. Poi c’è stato lo stop per il caso AstraZeneca, e alla ripresa delle somministrazioni si è finalmente potuto accedere alla piattaforma. Con brutte sorprese per i cittadini finiti nella roulette delle disponibilità territoriali. La prospettiva del vaccino fuori sede era stata preannunciata da una nota dell’ufficio stampa della Regione, che però spiegava che sarebbe stato possibile “scegliere, tra i centri di vaccinazione attualmente disponibili sul territorio regionale, quello più vicino e quindi determinare l’appuntamento per la somministrazione”. Si tratta però al momento di quindici punti in tutto il territorio regionale, a cui, nel logico criterio di coinvolgere in modo capillare gli amministratori locali, se ne aggiungeranno altri già dopo la prossima riunione dell’unità di crisi, convocata il 26 marzo. Oggi intanto a Reggio è stata data notizia di un polo che sarà aperto nella zona sud della città.
Isabella Marchiolo

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