“I ponti sospesi sono per definizione più resistenti ai terremoti di qualunque altra struttura proprio per come sono fatti. Se venisse oggi un terremoto come quello degli inizi del ‘900 a Messina crollerebbe una grossa parte dei fabbricati e delle costruzioni che ci sono ma il ponte resterebbe lì. Se ci fosse un terremoto superiore resterebbe in piedi solo il ponte”. Lo ha garantito Pietro Salini (amministratore dekegato di Webuild) ospite a ReStart su Rai Tre.
Salini rassicurando anche sul pericolo vento: “il ponte è progettato per resistere a folate di vento fino a 300 km/h, mentre il massimo registrato negli ultimi 100 anni è di 100 km/h per un breve periodo”. Si è quindi detto disponibile a parlarne con Elly Schlein. “Io non ho parlato con la segretaria del Pd ma sono pronto a farlo ben volentieri e a spiegarle le ragioni tecniche dell’esistenza del ponte”.
“L’impatto sul Pil del Ponte – ha aggiunto – è rilevante, stiamo mettendo in piedi due scuole per la formazione, una in Calabria, l’altra vicino Catania. L’Università Bocconi prevede un impatto occupazionale di 120 mila persone circa, noi prevediamo un picco di 8mila persone come impiegati diretti del Ponte senza contare i fornitori e stimiamo di impiegare 6 mila persone nei prossimi due anni solo in Sicilia”. “Servizi come i traghetti e l’aliscafo restano per il traffico locale, ma avremo un movimento di merci e treni che oggi non esiste”- ha sottolineato.