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mercoledì, 27 Novembre, 2024
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Positiva al covid dopo parto: ecco la storia di una giovane mamma alle prese con la sanità calabrese

Pubblichiamo integralmente il post della signora Valentina Caridi che racconta la sua esperienza personale alle prese con alcune strutture sanitarie della provincia di Reggio Calabria prima, durante e dopo il parto. Ovviamente siamo disponibili ad ospitare eventuali precisazioni di quanti si sentono chiamare in causa nella vicenda.
“Mi chiamo Valentina Caridi e vivo a Locri, un paese in provincia di Reggio Calabria.
Ecco cosa mi è successo…
Parto cesareo programmato per venerdì 18 dicembre 2020 per posizione podalica del bambino.
Sabato 12 dicembre inizio a sentire contrazioni relativamente forti e non sempre costanti.. Durante la notte al loro intensificarsi decidiamo di andare al pronto soccorso di Locri anche perché ho notato perdite ematiche che comunque indicano una preparazione al parto. Arriviamo al pronto soccorso e l’accoglienza non è delle migliori, in preda ai dolori mi sento dire “eh beh, tutte le donne incinte hanno perdite ematiche, è normale.. Quindi.. ” rimango già perplessa.. Che affermazione è … Cmq sia mi effettuano il tampone per il Covid e al risultato negativo mi reco in reparto di ginecologia dove un’ostetrica mi visita e mi fa un tracciato per monitorare le contrazioni. Il risultato è che non ho molta dilatazione e le contrazioni non sono da parto. Il travaglio non è iniziato. Chiama il ginecologo di turno che neanche mi guarda, mi domanda nulla e non sente la necessità neanche di farmi jun’ecografia sapendo che il bambino è podalico e da lì a qualche giorno avrei avuto il cesareo programmato. Io allibita vengo dimessa. Non capivo che necessità avessi di entrare completamente in travaglio se cmq avrei dovuto affrontare un cesareo. E più allibita perché il ginecologo non mi ha neanche visitata.
Torniamo a casa e passo una notte tra dolori e pensieri vari. Il giorno dopo le contrazioni si intensificano e diventano via via più regolari ma decido di aspettare quanto più possibile per non sentirmi di nuovo dire che è tutto fermo. Ma durante la notte non resisto più a quei dolori e li riconosco come contrazioni vere e proprie. Di nuovo al pronto soccorso, questa volta l’accoglienza è perfetta. Nuovo tampone, ancora negativo. Graziosa infermiera mi accompagna in sedia a rotelle in reparto e due belle ostetriche mi accolgono con il sorriso e mi accompagnano dal ginecologo anche lui sorridente e pronto a visitarmi. Non appena mi vede capisce che sono pronta a partorire ma quando sa che ho il cesareo programmato non esita un attimo a farmi l’ecografia e visitarmi. Risultato? Dilatazione 8cm (la dilatazione massima per un parto è 10cm) praticamente con un cesareo programmato mi sono fatta anche il travaglio per non farmi mancare nulla.
Mi dissero “signora ma perché ha aspettato tanto? Poteva venire molto prima”.
Spiego che la sera prima ero stata lì e rimangono tutti perplessi nel sapere che non mi è stata fatta alcuna ecografia e sono stata mandata a casa. Da un lato penso per fortuna perché la sera prima nessuno mi ispirava un minimo di fiducia poveri noi. Invece quella sera sembrava tutta un’altra storia.
IL BELLO PERÒ DEVE ANCORA VENIRE…
LA STORIA CONTINUA…
Quindi…
Lunedì 14 Dicembre durante la notte torno al pronto soccorso di Locri con dilatazione 8cm e alle 2.49 con un cesareo d’urgenza nasce Matteo. Lui sta bene, io sto bene. L’emozione è fortissima. Tutto fila liscio e in un’ora l’equipe di turno organizza e fa il cesareo. Devo dire che sono rimasta molto contenta di tutto. Ero molto calma e serena nonostante l’operazione che avrei dovuto affrontare perché ogni persona in quella sala parto mi ha ispirato tranquillità e professionalità accogliendomi con sorrisi e parole di conforto.
Rimango in degenza qualche giorno in un reparto pieno di gente competente questa volta, sempre gentile e pronta sempre ad aiutare. Ovviamente nessuno può venire a trovarmi ma capisco la situazione. Per la nostra sicurezza è meglio così.
Finalmente dopo 3 giorni si torna a casa (senza farmi alcun tampone), tra le mille difficoltà e i mille dolori che purtroppo un cesareo comporta.
QUANTO HO RIMPIANTO IL PARTO NATURALE.
Nei giorni a seguire lamentavo forti dolori alla ferita, nella zona del taglio. Tirava e bruciava da morire e giorno 21 Dicembre, ad una settimana dal parto quindi, decido di chiamare la Ginecologa e d’accordo con lei pensiamo sia meglio andare al pronto soccorso. Allora io Daniele e Matteo (che sicuramente avrebbe voluto mangiare nel frattempo vista sicuramente la lunga attesa che ci aspettava), siamo andati al pronto soccorso di Locri e ovviamente vista la situazione ho dovuto prima aspettare di fare il tampone per il Covid. Premetto che ero molto dolorante, ho dovuto aspettare circa una mezz’oretta per registrarmi e poi circa un’oretta per fare il tampone e avrei dovuto aspettare una 40ina di minuti per il risultato. Insomma fate il calcolo di quanto ho aspettato per essere visitata. Nel frattempo due cari infermieri giovani e gentili mi fanno un prelievo e un altro tampone portandomi in una stanza.
Dopo tutta questa attesa finalmente ecco il risultato.
Ed ora arriva il bello.
Un signore spunta da lontano e mi dice ” signora lei è positiva al covid”. Sono un attimino rimasta sorpresa, non me lo aspettavo ma onestamente visti i dolori che stavo sentendo non me ne interessava più di tanto, volevo solo essere visitata e capire se tutto andasse bene. Questo signore non disse più nulla, mi guardava dispiaciuto e allora io gli chiesi “e quindi? Ora che si fa?” e lui mi ha riposto “E QUINDI NIENTE, LEI IN REPARTO NON PUÒ SALIRE E IL MEDICO NON SCENDERÀ A VISITARLA PERCHÉ LEI È POSITIVA”. In quel momento si che sono rimasta scioccata. Ma come? erano almeno 4 ore che ero lì ad aspettare, piena di dolori ad una settimana da un cesareo d’urgenza, con un neonato in macchina e mi viene detto che nessuno mi visita perché sono positiva? Intanto Matteo piangeva quindi lo raggiungo in macchina perché aveva fame ed entra Daniele ad aspettare il risultato delle analisi e a chiedere spiegazioni. La dottoressa di turno gli dice “mi dispiace tanto, non so cosa fare. Purtroppo tutti i medici SI SONO RIFIUTATI DI VISITARLA.”
Proprio così, si sono rifiutati.
Capisco la paura di infettarti o infettare i propri cari ma SEI UN MEDICO. Lavori nella sanità, devi mettere in conto tutto e hai giurato di prestare soccorso a chiunque ne abbia bisogno. I medici, infermieri e personale seri per non infettare i propri cari hanno vissuto mesi lontano da loro non si sono rifiutati di visitare o prestare soccorso nascondendosi dietro un virus. E poi i colleghi che invece ci lavorano a stretto contatto? Ad esempio gli operatori del 118? Perché loro si e tu no?
Mi prescrivono un antibiotico preventivo per un eventuale infezione e così torno a casa con i dolori che non sono certo diminuiti.
Il giorno dopo, prendiamo la macchina e io Daniele e Matteo andiamo al pronto soccorso di Reggio Calabria al centro Covid. Anche qui ovviamente lunga attesa, staff comunque gentile, 3 tamponi effettuati ma alla fine arriva un ginecologo. LUI NON SI È RIFIUTATO. HA MESSO LA TUTA, ERA COPERTO DALLA TESTA AI PIEDI ED È SCESO A VISITARMI. È stato gentilissimo davvero, super disponibile a rispondere alle mie mille domande.
La visita va bene, guardando la ferita mi tranquillizza basandosi sul suo aspetto ma quando chiedo se è possibile fare un’ecografia per vedere se internamente è tutto a posto mi rispondono che purtroppo non hanno un ecografo e che non sa cosa farci. Ovviamente non è colpa sua. Quindi non è possibile dare un’occhiata. Anche qui mi pongo molte domande. Una serata in pronto soccorso a Locri e si sono rifiutati di visitarmi, un viaggio fino a Reggio Calabria con un bambino di 8 giorni, un pomeriggio intero al pronto soccorso e non è possibile fare un’ecografia…piena di dolori me ne torno di nuovo a casa… a detta loro va tutto bene. ASSURDO. Sarei stata anche disposta a ricoverarmi pure di fare l’ecografia.
Per finire, prima di andare via ho chiesto un’altra cosa…qualche giorno dopo il parto mi sono accorta di avere una grandicella palla al seno sinistro.. La posizione non fa pensare che sia qualcosa legato all’allattamento e infatti la dottoressa mi aveva detto di fare urgentemente un’ecografia che avevo prenotato per martedì 22 dicembre ma che purtroppo ho dovuto annullare perché positiva al Covid.
Allora al pronto soccorso a Reggio chiesi se poteva vedermi un senologo o qualcun’altro..anche se non era possibile fare l’ecografia ma che almeno qualcuno mi guardasse, toccasse questa pallina e mi desse qualche notizia. Mi viene risposto “No signora, non può scendere nessuno”. La sensazione è stata come se mi avessero detto “già è tanto che è sceso il ginecologo, ora non esageri chiedendo altro”.
Premetto che il ginecologo ha dato un’occhiata al seno ma giustamente non è proprio del campo e quindi è stato molto largo nello spiegarmi cosa può essere.
Morale di questa storia?
Io sono ritornata a casa pieni di dolori anche quella sera, ho fatto l’antibiotico che mi hanno prescritto ..per fortuna i dolori piano piano sono diminuiti.. Non sono passati del tutto ma mi è stato spiegato che è normale visto il profondo taglio che mi hanno fatto e i tanti strati cuciti che devono riemarginarsi.
Al secondo tampone fatto il 2 gennaio siamo risultati ancora positivi ed io sto aspettando con ansia di essere negativa per poter fare l’ecografia al seno che avrei dovuto fare d’urgenza e vedere cos’è questa palla. Finché sono positiva nessuno mi visita e devo aspettare.. Parlandone anche con i carabinieri e i medici dell USCA mi dicono.. “eh signora, mi dispiace ma non si può fare niente finché lei è positiva”.
Purtroppo al terzo tampone fatto giorno 11 gennaio sono risultata ancora positiva. Quindi altra lunga attesa prima di poter essere visitata.
Ok spero solo la cosa non sia nulla di importante e che non si aggravi in tutti questi giorni che stanno passando.
Ora, io non dico niente riguardo questa mia esperienza.. Credo parli da se.. Dico solo che non può funzionare tutto così.. Se una persona positiva ha bisogno di cure diverse da quelle per i sintomi del Covid che fa? Muore? Bisogna attrezzarsi bene perché con le giuste precauzioni si può fare tutto.
Ah, il ginecologo di Reggio è rimasto scioccato nel sapere che a Locri si sono rifiutati di visitarmi lasciandomi lì con i dolori ad una settimana dal parto dicendo che oltre ad andare contro ad ogni principio di un medico è stata anche omissione di soccorso.
A voi le considerazioni.
PS: il Covid lo avrò preso in ospedale, nessun tampone alle dimissioni e ostetriche positive al Covid. Hanno fatto tamponi alle ragazze in camera con me dimesse il giorno dopo ma nessuno mi ha contattata nei giorni a seguire per avvisarmi che qualche ostetrica era positiva quindi di fare un tampone per controllare il mio stato. Io l’ho scoperto casualmente andando al pronto soccorso accusando dolori. In quanto asintomatica se non avessi avuto quei dolori non l’avrei saputo.
Così ho infettato la mia famiglia, mia mamma e mia suocera.. Tutti ora negativi con qualche ripercussione sulla salute.
Non permettono visite durante la degenza ma chi ci lavora sta attento?…. Mm non lo so..
Anche questo ASSURDO.
Grazie per aver letto la mia storia e spero la condividiate per dire a tutti in che posto viviamo.. Un posto con cose positive certo ma altrettante cose negative.. Forse anche di più.. La sanità è importante.. Noi siamo importanti e meritiamo di più.
Vedremo come andrà a finire. Intanto io e Matto aspettiamo di essere visitati. Aspettiamo….
Ovviamente ringrazio tutte le persone competenti che ho incontrato che mi hanno assistita nel migliore dei modi e che rappresentano al meglio la categoria e il ruolo che ricoprono. Sono tanti e infatti per questo ci tenevo anche a sottolineare le cose positive come ho fatto nel post”.

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