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sabato, 23 Novembre, 2024
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Premier Draghi: spendere bene fondi Ue obiettivo primario governo

Roma – Il programma Next Generation EU “prevede per l’Italia 191,5 miliardi da spendere entro il 2026”, “divenire capaci di spendere questi fondi, e di farlo bene, è obiettivo primario di questo governo. Vogliamo fermare l’allargamento del divario” tra nord e sud “e dirigere questi fondi in particolare verso le donne e i giovani”. Lo dice il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo ad un convegno sul Mezzogiorno organizzato dalla ministra per il Sud, Mara Carfagna.
Per superare il divario tra nord e sud – ha aggiunto – è necessario un “recupero della fiducia nella legalità e nelle istituzioni, siano esse la scuola, la sanità o la giustizia. In questa sfida un ruolo cruciale è anche vostro, classi dirigenti. Ma un vero rilancio richiede la partecipazione attiva di tutti i cittadini”.
“Tante risorse non portano necessariamente alla ripartenza del Mezzogiorno”- ha proseguito Mario Draghi. “Ci sono due problemi uno nell’utilizzo dei fondi europei, l’altro nella capacità di completamento delle opere pubbliche. A fronte di 47,3 miliardi di euro programmati nel Fondo per lo Sviluppo e la Coesione dal 2014 al 2020, alla fine dello scorso anno erano stati spesi poco più di 3 miliardi – il 6,7%”.
“Nel 2017, in Italia erano state avviate ma non completate 647 opere pubbliche. In oltre due terzi dei casi, non si era nemmeno arrivati alla metà. Il 70% di queste opere non completate era localizzato al Sud, per un valore di 2 miliardi”.
La spesa pubblica per investimenti nel Mezzogiorno si è “più che dimezzata” nel corso negli ultimi 10 anni, ma i fondi di Next Generation Ue, se spesi bene, possono contribuire a fermare il divario sempre più ampio tra il nord e il sud del Paese-ha specificato Mario Draghi.
Secondo il premier, l’occasione per colmare le differenze è data dall’arrivo dei fondi del Recovery Fund: il programma Next Generation EU “prevede per l’Italia 191,5 miliardi da spendere entro il 2026 – ricorda Draghi – rafforzare la coesione territoriale in Europa e favorire la transizione digitale ed ecologica sono alcuni tra i suoi obiettivi. Ciò significa far ripartire il processo di convergenza tra Mezzogiorno e centro-Nord che è fermo da decenni. Anzi, dagli inizi degli anni ’70 a oggi è grandemente peggiorato. Il prodotto per persona nel Sud è passato dal 65% del Centro Nord al 55%”, ha continuato il premier.
“Negli ultimi anni, c’è stato un forte calo negli investimenti pubblici, che ha colpito il Sud ovviamente insieme al resto del Paese. Tra il 2008 e il 2018, la spesa pubblica per investimenti nel Mezzogiorno si è infatti più che dimezzata ed è passata da 21 a poco più di 10 miliardi”.

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