Il contesto globale continua a sortire effetti negativi sui prezzi degli alimenti, dei beni primari che vengono acquistati e utilizzati quotidianamente dagli italiani. Secondo quanto anticipato da Aretè, società di ricerca e analisi sull’andamento dell’agrifood, al Fatto Quotidiano, nel 2024 ci saranno nuovi aumenti per prodotti come pasta, olio e caffè, che potrebbero schizzare oltre il 70% di crescita del prezzo. Stando a quanto anticipato dagli analisti, le motivazioni per un innalzamento dei prezzi sarebbero diverse e andrebbero a sommarsi a quelle già previste per questo autunno sui prodotti ortofrutticoli. Questa situazione che si sta delineando sugli scaffali italiani è figlia di molteplici componenti, tra le quali la crisi economica generata dalla pandemia e la difficoltà nel reperimento di alcune materie prime dovute ad eventi climatici particolari e raccolti non soddisfacenti. Il tutto ulteriormente aggravato dalle guerre che impattano negativamente sul prezzo dei prodotti di prima necessità nei supermercati.
L’aumento dei prezzi degli alimenti- sottolinea Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Nazionale Unilavoro Pmi- sta incidendo profondamente sulle tasche degli italiani. Questo è solo un accenno. I prezzi di pasta, caffè e olio potrebbero crescere del 70% nel 2024. L’aumento dell’olio, si legge, dovrebbe limitarsi almeno inizialmente a quello di girasole a causa del perdurare della guerra. Dopo un anno e mezzo di invasione gli accordi commerciali sono sempre più complessi da raggiungere; questo potrebbe portare a una nuova fase di stallo e, di conseguenza, a un nuovo aumento del prezzo. Discorso leggermente diverso per l’olio extravergine d’oliva, minacciato dal cambiamento climatico. Proprio quest’ultimo fattore, si legge, incide su tutti gli oli vegetali del pianeta: nel 2024 torna El Niño, un fenomeno climatico periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico. Non solo renderà il prossimo anno ancor più torrido del 2022 e del 2023, ma minaccia la raccolta e la produzione dell’olio di palma. In aumento non solo l’olio, ma anche la pasta, la farina e il caffè. Fino a qualche mese fa, evidenzia Guzzi, il caffè in polvere non mostrava alcun segno di crescita nei prezzi.
Nell’ultimo mese però – precisa Guzzi -il prodotto, preso dagli scaffali dei supermercati, è aumentato del 4%. Sono numeri che destano molta preoccupazione perché i rincari che abbiamo osservato riguardano prodotti alimentari di base che vengono acquistati quotidianamente da tutte le famiglie. Queste ultime, si trovano a fronteggiare disagi estremi che impattano negativamente sull’economia familiare. Per evitare fenomeni speculativi auspichiamo che vi sia massima vigilanza da parte delle Autorità – conclude il Vice Presidente Nazionale Unilavoro Pmi.