Il portale Skuola.net, avvalendosi del supporto dell’esperto in sicurezza e formazione sui luoghi di lavoro Tommaso Barone, ha infatti elaborato un questionario – che ha coinvolto oltre 25mila alunni di scuole medie e superiori – per capire, attraverso la voce dei diretti interessati, quale fosse il livello di attenzione che gli istituti dedicavano agli aspetti igienico-sanitari prima dell’emergenza coronavirus e se le strutture sarebbero attualmente in grado di ospitare gli studenti osservando le norme sul distanziamento sociale. La pulizia è sicuramente la base su cui impostare qualsiasi difesa dal contagio. Soprattutto negli spazi comuni, in particolare quelli che espongono ai pericoli maggiori. Da questo punto di vista, però, il quadro che i ragazzi hanno lasciato a fine febbraio è abbastanza disastroso. Meno di 2 studenti su 3, ad esempio, giudicano almeno sufficiente lo stato in cui versavano i bagni della propria scuola (solo il 16% dice che erano sempre puliti); per 1 su 10, al contrario, erano perennemente sporchi. Ma la vera nota dolente è un’altra: l’assenza degli strumenti più elementari per igienizzare le mani (un passaggio che nel prossimo futuro sarà quasi un comandamento). Peccato che oltre un terzo dei ragazzi (35%) non abbia mai visto il sapone fare la sua comparsa nei bagni di scuola (e un altro 21% lo trovava raramente). Ancora peggio al Sud: qui la carenza di sapone colpiva 7 alunni su 10 (il 20% di frequente, il 51% sempre). Ovviamente non è un problema di volontà ma di mancanza di risorse economiche, assolutamente risolvibile. Ma è un dato che serve a intravedere l’entità delle somme da investire. Basti pensare che, solo per svolgere in sicurezza la maturità 2020, sono stati messi sul piatto quasi 40 milioni di euro.
Stessa cosa per quel che riguarda carta igienica e salviette per asciugarsi. La prima segue lo stesso destino del sapone: quasi inesistente nel 33% dei casi (il 51% nelle regioni meridionali), intermittente per un altro 20% di studenti. Le seconde, invece, erano praticamente un bene di lusso: solamente 1 su 4 (il 12% al Sud) le aveva a disposizione di frequente. Nelle altre scuole ci saranno stati gli asciugamani elettrici? Non proprio: risponde in modo affermativo solo il 9% del campione (e un altro 4% dice che c’erano ma non funzionavano). Come stupirsi, allora, che appena il 15% degli istituti metteva a disposizione di tutti gli ormai famosi gel igienizzanti per le mani (tra l’altro per l’8% ciò era avvenuto da poco, solo dopo lo scoppio dell’emergenza). Fortuna che la maggior parte degli intervistati, tutto sommato, promuova il livello generale della pulizia della sua scuola: il 76% al Nord, il 57% al Sud. (Fonte: skuola.net)
Pulizia e igiene delle scuole pre-lockdown: i dati sconfortanti al Sud
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