La Città metropolitana di Reggio Calabria entra a far parte del ‘Global Network delle Learning Cities Unesco’ (GNLC), una rete di comunità e di città di apprendimento. “La città ha avuto un riconoscimento internazionale di grande prestigio e dovrà essere capace di proseguire questo percorso – ha dichiarato Liliosa Azara, coordinatrice scientifica del progetto per il Dipartimento di Scienze della Formazione di Roma Tre – Sarà fondamentale intensificare pratiche di apprendimento permanente attraverso progetti di formazione inclusiva e multiculturale, promuovendo azioni che insistano sul concetto di welfare e wellbeing affinché Reggio Calabria possa avviare un processo trasformativo della coscienza civile che partendo dal tessuto locale consenta alla Città di acquisire una dimensione internazionale”.
Il riconoscimento internazionale, giunto lo scorso mese di settembre è il frutto di un lavoro attento e capillare realizzato con il contributo del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre.
Il ‘Global Network delle Learning Cities’ coinvolge 294 città di 76 Paesi, chiamate a fare rete nel promuovere l’apprendimento, dalla scuola di base agli studi universitari, rivitalizzare l’apprendimento nelle famiglie e nelle comunità; facilitare l’apprendimento nei luoghi di lavoro, estendere l’uso delle moderne tecnologie per migliorare la qualità e favorire l’eccellenza, e coltivare una cultura dell’apprendimento per tutta la vita.
“Il nostro progetto – spiega Azara – è partito con una interlocuzione proficua con l’amministrazione della Città metropolitana e la proposta fu presentata all’allora sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà che da subito ha colto l’opportunità che veniva offerta alla Città, cogliendo lo spirito piu’ profondo della learning city. Il percorso – sottolinea – è partito dietro sua volontà e dietro suo impulso, mentre l’esecuzione è stata affidata al delegato metropolitano, Carmelo Versace”.
Il modello di Reggio Calabria rispondeva ai requisiti richiesti dall’Unesco perchè la Città aveva “le prerogative politiche e culturali per poter entrare nella rete globale delle Learning Cities.
Accogliendo i suggerimenti dell’Unesco – aggiunge Azara – abbiamo individuato una città del Mezzogiorno d’Italia che all’epoca aveva grandi problemi di accoglienza dei flussi migratori. Oggi il prestigioso riconoscimento è arrivato e Reggio Calabria che dovrà coltivarlo e conservarlo in una nuova dimensione internazionale dove potrà implementare le buone pratiche di governance democratica e accoglienza”.
(Agi)