Reggio Calabria – Un protocollo promosso da Roberto Placido De Palma, procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni di Reggio, metterà in atto alcune importanti azioni per debellare il fenomeno dell’evasione dell’obbligo scolastico in alcune periferie della città. L’intesa è stata sottoscritta da De Palma, il direttore della sede Inps reggina Angelo Manna, Francesco Barreca del settore welfare e istruzione del Comune e le dirigenti scolastiche Marisa Maisano (Ic “Telesio”), Serafina Corrado (Ic “Falcomatà-Archi”) e Simona Sapone (IC “Radice-Alighieri”).
Da queste scuole, come si spiega nel protocollo, sono emersi dati allarmanti sugli allievi iscritti alle prime classi, dove figurano iscritti ragazzini di età dagli 8 ai 10 anni, dunque in grave ritardo rispetto ai tempi della scuola dell’obbligo. Si tratta, in particolare, dei minori delle ex settima, ottava e decima circoscrizione, bacino territoriale d’utenza degli istituti in questione. La presenza di nuclei familiari con forte svantaggio socio-economico e basso livello culturale rende queste aree particolarmente esposte al rischio, ma è molto difficile per i dirigenti delle tre scuole fare un censimento esatto della popolazione minorile tenuta all’obbligo, non essendo finora in possesso degli elenchi degli iscrivendi. Un gap che il protocollo colmerà con l’impegno dell’amministrazione comunale a trasmettere ogni anno ai presidi i nominativi di tutti i bambini residenti nel circondario di riferimento e che abbiano l’età per essere iscritti in prima elementare.
Si attiverà così una sinergia tra le parti: qualora i dirigenti riscontrassero una mancanza di iscrizioni tra i bambini in elenco, lo comunicheranno al tribunale dei minori, che intimerà alle famiglie di rispettare l’obbligo entro 10 giorni. Ma nel protocollo c’è un altro punto cruciale, che potrebbe scoraggiare definitivamente l’evasione nei quartieri citati. Sembra infatti che tra i genitori renitenti ci siano molti percettori di sussidi statali e in particolare del reddito di cittadinanza. Questo aspetto sarà indagato dal Comune, che di concerto con l’Inps provvederà a sospendere il beneficio a quanti lo ricevono anche per la presenza in famiglia di figli frequentanti la scuola dell’obbligo (e invece li lasciano a casa). Non solo. I progetti di inserimento lavorativo legati al Rdc verranno aggiornati con l’inserimento di questa clausola, sia per l’iscrizione alla prima elementare che per il mantenimento della frequenza. In parallelo, e anche con il coinvolgimento delle associazioni locali, si avvierà una rete informativa sulle scuole del territorio, con i contatti e le modalità per iscriversi.
A Reggio la dispersione scolastica riguarda soprattutto le periferie e le comunità di rom ed extracomunitari, un problema che in alcuni casi sta minacciando la sopravvivenza di quegli istituti che, privi di iscritti, non riescono a formare le classi. Ma è difficile gestire anche quelle che raggiungono il numero e si ritrovano allievi che per età dovrebbero finire il ciclo e invece sono nuovi iscritti in una situazione di gravi lacune didattiche, che incidono anche sul rendimento dei compagni.
E’ una piaga silenziosa e quasi tabù, emarginazione che riguarda la stessa città metropolitana dei Pon europei eppure sembra lontanissima dal centro, come se Archi o Arghillà fossero pianeti fuori dai radar – e per certi versi è davvero così. Sempre più spesso, a farsene carico sono le parrocchie o il volontariato, come la scuola di italiano in piazza ideata da Giorgio Furfaro, che opera principalmente nel piazzale della chiesa di Sant’Agostino e pochi giorni fa è diventata associazione.
Isabella Marchiolo