“Prosegue la situazione drammatica e oramai intollerante dei tirocinanti calabresi in servizio presso Enti pubblici e privati e presso Ministeri, una precarietà oramai ramificata in tutta la Calabria e investe questi madri e padri di famiglia con la compiacenza della classe politica attuale (e precedente)”. Lo si legge in una nota degli stessi tirocinanti.
“Il diritto al lavoro è il motivo da sempre dibattuto dai tirocinanti calabresi ma in questi anni la classe politica ha risposto solamente picche o tantomeno con promesse di contrattualizzazione illusorie (come la recente crociata dei noti Occhiuto e Cannizzaro che nella verità dei fatti come risultato delle loro gesta non è altro che una pura illusione ottica per tenere a bada i tirocinanti stessi sempre più stanchi e scontenti di essere presi costantemente in giro). I tirocinanti calabresi dall’altra parte stanno valutando nuove iniziative per sensibilizzare (ancora) l’opinione pubblica sul proprio gravoso e cronico status di precari a vita e senza quella minima prospettiva concreta di lavoro dopo anni e anni di intollerabile calvario a causa di una condizione di precarietà lavorativa che oltre a umiliare i singoli tirocinanti, mortifica gli animi stessi di queste persone che hanno bisogno che gli venga data finalmente giustizia con quella prospettiva concreta di lavoro in ottica contrattualizzazione”.